sabato 27 gennaio 2018

Sei proprio tu, papà? (Prima parte)

Una mattina di nove anni dopo la partenza di Falco d'argento, Dragoon e Golden eagle, quattro sentinelle di Bosco oscuro si fermarono a riposare in mezzo alla vegetazione, sulla via del ritorno da una missione di ricerca. 
- Il Generale sarà contento. Abbiamo individuato la collocazione della reliquia del fuoco. Recuperarla sarà facile adesso.
Un membro della squadra zittì l’altro.
- Cos'è questo rumore?
Si sporsero a guardare oltre delle frasche fino a individuare la fonte del suono.
- Sono tre ragazzini di Piccolo bosco delle Ninfe che discutono tra loro. –
- Ci divertiamo un po’? –
- Oh, ma dai Rinoceronte, sono solo dei mocciosi!. –
- Sì, ma i mocciosi crescono e diventano adulti. Scommetto il turno di guardia di domani sera che me li faccio tutti e tre in un colpo solo. –
- Sai che sforzo, con quei piccoletti. –
La sentinella aveva i tre ragazzini sotto tiro. 
- Allora, ci state o no? –
- Ok. Se perdi fai anche i nostri turni. – 
- Andata!
Un colpo si abbatté sui ragazzini con la potenza di un treno espresso. Uno dei tre fece appena in tempo a rendersene conto, cercando di riparare sé stesso e i compagni, prima che tutti venissero travolti. 
- Boom! Strike!– 
- Bella mira, Rinoceronte! Andiamo a finire il lavoro adesso, sono ancora vivi… più o meno. –
- Fate voi, Echidna, io il mio colpo l’ho già assestato. Niente male il ragazzino che ha provato a parare. Doveva essere un aspirante scudo, e mi ha fatto perdere la scommessa. -
Mentre Rinoceronte osservava divertito, le altre tre sentinelle di Bosco oscuro si avvicinarono ai tre per assestargli il colpo di grazia. Due stavano per colpire quando l'altro li fermò.
- Oh, oh! Ragazzi, mi sa che abbiamo un  problema. –
- Che tipo di problema? –
- Un grosso problema! Molto grosso. –
- Ovvero? –
- Un Falco pellegrino! –
- Ma di che diamine parli, Assiolo? Non ci sono Falchi pellegrini a Piccolo bosco delle Ninfe! –
- E allora questo è lì in vacanza.
Mostrò ai compagni di squadra il medaglione portato al collo dal ragazzo, una piccola piuma argentea per loro inconfondibile. Rinoceronte diventò più bianco della neve. 
- Ma è assurdo! –
Uno dei quattro si spostò per controllare gli altri due.
- Cosa vuoi farci, Rinoceronte; a quanto pare qualcuno si è lasciato un po’ andare. E non solo lui. Qui abbiamo anche un Drago e un’Aquila reale. – 
- Chi, la ragazza? Un’aquila reale donna? Questo è il colmo davvero! –
- Cosa ne facciamo? –
- Li portiamo a Bosco oscuro, in infermeria, sperando che Zebra faccia un miracolo. –
- A Bosco oscuro? Sei matto? –
- Hai alternative? Lo spieghi tu al Generale che abbiamo colpito il figlio e lo abbiamo lasciato agonizzante in mezzo al nulla?
Dopo un breve silenzio di riflessione si trovarono tutti d'accordo. Presero i ragazzi e si affrettarono a tornare a casa. Arrivati all’insediamento di Bosco oscuro vennero circondati da una folla incuriosita di soli uomini. Il figlio primogenito di Falco d'argento, divenuto Comandante, si avvicinò attirato dal trambusto. 
- Cosa succede qui? –
- Comandante Silver hawk, abbiamo necessità di conferire con il Generale. –
- Vedo! Avete fatto prigionieri. – Il tono del ragazzo era di piena disapprovazione. – Il Generale è occupato! –
- Signore, si tratta di una questione urgente. –
- Di qualsiasi cosa si tratti sono certo che possa aspettare. –
- Ma Signore… -
- Basta così! E per quanto riguarda questi insetti che vi siete portati dietro… -
Una voce si levò dall’assembramento formatosi intorno alle sentinelle e i loro prigionieri.
- Comandante, credo che in effetti la questione non possa attendere. -
- Per quale motivo, Falco grigio? –
- Be’ nipote, sembra che tu abbia un fratello minore. E non è ben messo.
A quelle parole si scatenò un'enorme agitazione nella piccola folla e Silver hawk si avvicinò a guardare i tre ragazzi, con aria disgustata. 
- Chi li ha colpiti?
Rinoceronte fece un passo avanti. 
- Il generale è alle prese con una donna irriverente. Non credo gradirà essere interrotto mentre si occupa di un'imposizione, ma pare che non ci sia alternativa. Vai a chiamarlo, Rinoceronte! –
- Io, Signore? –
- Tu hai fatto il danno, tu disturberai il Generale. Buona fortuna! – si voltò verso gli altri tre membri della squadra. – Voi invece, portate questi tre abomini in infermeria, da Zebra.
Rinoceronte bussò piano alla porta del rifugio di Falco d'argento, ma non ricevette risposta. Bussò di nuovo e stavolta la voce del Generale echeggiò dall'interno. 
- Chi è? –
- Rinoceronte, Signore. –
- Ah, siete tornati. Fai rapporto al Comandante Silver hawk. Io sono occupato. –
- Signore, c'è… c'è qualcosa che deve vedere con i Suoi occhi. –
- Non puo attendere che finisca? –
- Signore, credo sia più urgente di qualsiasi punizione, qualsiasi cosa quella donna abbia fatto.
Falco d'argento non rispose. Passò qualche istante, la porta si aprì e ne uscì mezzo nudo. 
- Di cosa si tratta? –
- Io credo che debba seguirmi, Signore.
Falco d'argento osservò la sentinella davanti a lui, pallida, con la testa bassa e l'aria terrorizzata. Sospirò e prese i suoi abiti. 
- Dammi il tempo di rivestirmi. –
- Sì, Signore.
Mentre indossava la divisa, il Generale si rivolse duramente alla donna che era con lui. 
- Black panther, stavolta l’hai scampata. Approfitta di questa occasione per chiedere perdono a tuo marito e cerca di non farlo adirare più. Ne ho abbastanza di dover intervenire ogni volta.
La donna, seduta sul letto, abbassò la testa tristemente e Falco d’argento le si avvicinò, si abbassò e le sollevò il viso per guardarla negli occhi. 
- So bene che Leopardo è severo e che volevi difendere tua figlia, ma conosci le regole! Evita di farti riportare qui. Ci sarà un modo per bloccare i suoi accessi d’ira senza finire sempre in questo modo. Redarguisci Pantera, insegnale a stare al suo posto. Spiegale che è per il bene di entrambe. –
- Sì, Signore.
Falco d’argento la lasciò sola e seguì Rinoceronte.
- Ancora Black panther, Signore? –
- Già. Leopardo ha sorpreso la figlia ad utilizzare di nascosto i suoi poteri ed è andato su tutte le furie. Come se quella ragazza avesse qualche colpa se non è priva del dono come le altre donne. La madre è intervenuta e il resto è la solita storia. –
- L'esercizio del potere elementale è proibito alle donne di Bosco oscuro. -
- Lo so bene, ma anche la mia pazienza ha un limite.  
Mentre camminavano a gran passo, incontrarono Golden eagle e Dragoon. Rinoceronte chiese che anche loro lo seguissero.
 Falco d'argento cominciò a spazientirsi.
- Si può sapere dove stiamo andando? – 
- In infermeria, Signore. –
- Infermeria? Qualcuno è rimasto ferito? –
Rinoceronte si fermò di scatto e deglutì nervosamente. 
- Tornando dalla missione, Signore abbiamo incrociato dei membri di Piccolo bosco delle Ninfe. –
- Ebbene? Mi hai chiamato con tanta urgenza per questo? –
- Si tratta di tre ragazzini. Due maschi e una femmina per la precisione.
La sentinella vide i lineamenti degli altri tre irrigidirsi sempre di più. La voce di Falco d'argento si fece tremante, comprendendo cosa stesse cercando di dire Rinoceronte.
- Cosa avete fatto quando li avete incrociati?
Rinoceronte iniziò a balbettare.
- Noi non immaginavamo, Signore. Non potevamo sapere.-
Falco d'argento, Golden eagle e Dragoon lasciarono indietro Rinoceronte e corsero fino all’infermeria. Arrivando trovarono l’assembramento davanti alla porta. Si guardarono come per incoraggiarsi e si avviarono all'ingresso. All’avanzare del Generale e dei suoi consiglieri scese il silenzio e la folla si aprì per lasciarli passare. Una volta all’interno videro i tre ragazzi privi di sensi nei rispettivi letti, mentre Zebra si dava un gran da fare andando da una parte all’altra con bende e medicazioni varie.  Falco d'argento avanzò lentamente verso il curatore. 
- Oh, Generale. – 
- Cosa sai dirmi? –
- Be’, sono tre ragazzini di circa quattordici anni, due maschi e una femmina. Uno dei due ragazzi e la ragazza sono fuori pericolo, l’altro è molto mal messo e non sono sicuro di riuscire a salvarlo. Per ora reagisce poco al potere curativo; sto tentando di portarlo a migliorare in altro modo, così da poterlo aiutare con il mio dono. Credo che abbia intercettato il colpo cercando di proteggere i compagni: è uno scudo.
Sentendo ciò, Falco d'argento e Golden eagle si voltarono a guardare Dragoon, ma, notandolo, Zebra scosse la testa.
- È un elementale dell’acqua, Signore. –
- Dell’acqua? – ripetè Falco d’argento.
- Sì, Signore. – prese delicatamente il Generale da un braccio e lo condusse al letto in cui giaceva il ragazzo. – Sa, se fossi il padre di questo giovanotto sarei molto orgoglioso di lui. Così giovane, ha protetto i suoi amici, parando il colpo di Rinoceronte, e non è ancora morto. Come scudo è molto promettente. –
Falco d’argento sorrise al curatore.
- Sono certo che suo padre sia molto orgoglioso di lui. – Si voltò per andarsene, ma nel farlo pose una mano sulla spalla di Zebra – Fai del tuo meglio! So che puoi salvarlo. –
Il curatore annuì e lasciò uscire il Generale, il quale richiamò tutte le sentinelle presenti. 
- Lasciate lavorare Zebra, ha bisogno di concentrazione.
Appena furono usciti, Falco grigio, fratello minore di Falco d'argento, prese la parola.
- Non si è dimenticato di dirci qualcosa, Signore? –
- Non capisco di cosa tu stia parlando. –
- No? Come mai quei ragazzi portano dei medaglioni di Bosco oscuro? –
- Non saprei, tu hai qualche idea in proposito? –
- Una l’avrei, sì. –
Falco d’argento si lasciò andare ad una risatina sfottente.
- Di un po’, credevi che avremmo fatto voto di castità una volta esiliati? –
- No, ma mi aspettavo che, divertendovi, riusciste a controllarvi!
Sentendo il tono irriverente del fratello, Falco d’argento gli piombò addosso, lo afferrò dalla faccia e lo sbattè contro una parete.
- Pensi che questo mi renda indegno di ricoprire la mia carica, forse? – gonfiò il petto, allargò le spalle e lo fissò negli occhi, mentre nel suo sangue il livello di adrenalina e feromoni saliva a dismisura - Vuoi sfidarmi,  Falco grigio? È questo che vuoi?
Non ricevendo risposta, lo lasciò andare e si voltò verso gli altri presenti. 
- Qualcuno ritiene che quel ragazzo sia un valido motivo per la mia deposizione? Fatevi avanti. Vi aspetto! –
Nessuno osò eseguire un singolo movimento. Restarono tutti in silenzio, con la testa bassa.
- Bene! – concluse Falco d'argento. 
Stava per tornare al rifugio, quando cambiò idea e tornò a parlare.
- Mi aspetto – disse a gran voce, così che tutti potessero sentirlo. – che vi mostriate ospitali con quei ragazzi. Sapete tutti che non ho mai gradito che attaccaste i membri di Piccolo bosco delle Ninfe, ora ne sapete il motivo. La loro unica colpa è stata di portare quella divisa, ora siate gentili: non metteteli a disagio quando si sveglieranno.
Come terminò la frase, Zebra uscì a chiamarlo.
- L'elementale della terra si sta svegliando,  Signore.
Subito dietro Falco d’argento,  Golden eagle e Dragoon, tutti gli uomini di Bosco oscuro si diressero all’infermeria. Nonostante tutto, la curiosità era molta. 
Il ragazzo aveva iniziato ad agitarsi nel letto e stava pian piano aprendo gli occhi. Emise un mugolio e poi un leggero lamento, prima di dire qualcosa ancora con gli occhi chiusi. 
- Accidenti che botta! Dog, sei qui? Ti giuro che stavolta non c'entro niente! 
Zebra si accostò lentamente al letto e mise la mano sulla fronte del  ragazzo, per sentirne la temperatura.
- Avrai preso un forte spavento. Ora sei al sicuro in infermeria, puoi stare tranquillo. Ricordi cosa ti è successo? -
- Non esattamente, Dog. Credo che ci abbia investiti una mandria di bufali impazziti o qualcosa di simile.
Zebra rise leggermente, così come le altre sentinelle. 
- Ci sei andato vicino. -
 Il ragazzino non si era ancora reso conto di non essere a Piccolo bosco delle Ninfe, ma il curatore non disse nulla per non allarmarlo.
- Ti preparo qualcosa di caldo per tirarti su. Preferisci erbe mediche e felce o muschio bianco, mandragola e ginepro?
A quella domanda la giovane sentinella rimase stupita, così aprì gli occhi e tentò di mettersi seduta.
- Dog, sai bene che non… - Si fermò, stropicciò gli occhi cercando di mettere a fuoco e spalancò la bocca. – Ma tu non sei Dog! E questa non è l'infermeria di Piccolo bosco delle Ninfe. -
- No, io sono Zebra, un altro curatore, e tu e i tuoi amici vi trovate nella mia infermeria. – Offrì al ragazzo il sorriso più gentile che poteva, mentre lui continuava ad osservarlo a bocca aperta. – Allora, non mi hai ancora detto cosa preferisci e nemmeno come ti chiami. –
- Aehm, la felce andrà benissimo, grazie. – Si mise una mano sulla fronte chiudendo e aprendo gli occhi. – Il mio nome è Dragone.
- Ti fa male la testa? –
- Solo un pochino. Mi scusi, potrebbe dirmi dove sono i miei amici e dove mi trovo, per favore? Non credo di conoscere la Sua divisa, Signore, sebbene mi ricordi qualcosa. -
- I tuoi amici sono proprio nei letti dietro di te e per quanto concerne il luogo in cui ti trovi, be’, per ora ti basti sapere che sei al sicuro.
Dragone non sembrò completamente soddisfatto della risposta, ma se la fece bastare, accettando di buon grado la tazza fumante che gli veniva offerta. 
Dragoon, accostato al muro vicino l’ingresso dell’infermeria per non intralciare i movimenti di Zebra, osservava teneramente il figlio, senza sapere cosa dire o fare. Sapeva che il curatore se la sarebbe cavata alle grande e che non voleva riferire al ragazzino la loro collocazione per non allarmarlo.
- Allora, giovanotto. Mi toglieresti una curiosità? – chiese Zebra mentre il suo piccolo paziente beveva un sorso dell’infuso. – Sei uno scudo, per caso?
Restando un po’ perplesso per la domanda e dopo aver bevuto un altro sorso, Dragone rispose timidamente:
- Oh, no, Signore. Sono un ariete. Lo scudo è il mio amico Falco pellegrino, mentre Aquila reale è un jolly. -
- Nomi altisonanti per delle pulci! - commentò sotto voce il Comandante Silver hawk, irritato dalla presenza e dalla stessa esistenza dei ragazzini.
Dragone continuava a sorseggiare l'infuso preparatogli da Zebra, trovandolo molto gustoso, sebbene non ai livelli di quelli che gli offriva Dog.
- Ti piace? - gli chiese il curatore vedendolo bere di gusto. Il ragazzino annuì, leccandosi le labbra. 
 - Signore, i miei amici stanno bene?
- Be’, Aquila reale si sta svegliando proprio ora. – 
Il curatore ammiccò al giovane ariete indicandogli il letto dell'amica. Dragone tentò di alzarsi, ma ricadde sul letto prima ancora di mettersi seduto. Zebra lo esortò a restare a riposo, perché era ancora molto debole, e si avvicinò all’altro letto. 
- Che mal di testa infernale. – Si lamentò la ragazza riaprendo gli occhi. – E che dolore. Sembra che ci sia crollata in testa una montagna. –
- Stai bene, Aquila? –
- Dragone, ma cosa è successo? Dove siamo? –
- Non ne ho idea. –
- Vorrei sapere cosa hai combinato. –
- Io? Ma è mai possibile che tu debba dare sempre la colpa a me? –
- Lo eviterei volentieri, se tu non ne combinassi sempre una nuova. –
- Accidentaccio, non ti sopporto più! Sei peggio di uno scorpione nella maglia!
Aquila fece una linguaccia che Dragone, essendo di spalle, non poté vedere ma venne invece ben notata da Zebra, che se la rideva di gusto. Dragone, esasperato, cercò di concludere la discussione. 
- Senti Aquila, possiamo aspettare di rimetterci in piedi prima di ricominciare?
La ragazza stava per rispondere quando, voltandosi di lato, vide le altre sentinelle che li osservavano. Falco d’argento, Dragoon e Golden eagle, in realtà, sembravano divertiti.
- Dragone, stiamo dando spettacolo!
L'amico si guardò intorno e si rese conto della folla di curiosi che li osservava. Zebra, dal canto suo, si avvicinò ad Aquila ridendo, per controllarne lo stato. 
- Certo che hai un bel caratterino, signorina. Davvero niente male!
Lei arrossì in preda all’imbarazzo.
- Non mi sembra che tu ne abbia bisogno ma, posso portare anche a te un infuso energetico come al tuo “nemico” Dragone?
Lei sorrise e accettò la bevanda calda. Dopo aver ringraziato e aver bevuto qualche sorso, cercando di alleviare il senso di disagio datole da quelle sentinelle che li osservavano con tanta insistenza, chiese nuovamente a Dragone dove si trovassero.
- Ti ho detto che non lo so, anzi, speravo che tu riconoscessi la divisa. –
- No, non l’abbiamo ancora vista. Quindi dev'essere di qualcuno dei boschi che non abbiamo ancora studiato. –
- Ah, non sono tanti: dunque c'è Bosco acero, Bosco faggio, poi… -
- Bosco oscuro. – intervenne la ragazza. 
Dragone rabbrividì in modo visibile. 
- Già, non abbiamo studiato nemmeno quello, ma lo escluderei, considerando che siamo ancora vivi, no?
Ci fu una generale risata e i due ragazzini si voltarono interrogativi verso la schiera che li guardava. 
- Temete Bosco oscuro, ragazzi? – chiese una sentinella dall’esterno dell'infermeria.
- Facciamo male, forse? Noi veniamo da Piccolo bosco delle Ninfe e non siamo ben visti dai membri di Bosco oscuro. –
Soffocando un’ulteriore risata e con un lieve sorriso sul volto, Falco d'argento fece segno ai suoi di tacere e si avvicinò ai ragazzi. 
- Sarete affamati. Vi andrebbe di mangiare qualcosa? – 
- Noi, veramente non sappiamo se… -
- Mi sembra un'ottima idea. – disse Zebra. - Perché non li accompagnate voi nell'area dei pasti? In questo modo il loro compagno potrà riposare tranquillo. -
Falco d'argento annuì, ma appena le altre sentinelle si furono allontanate, chiese al curatore di poter restare un po’ da solo in infermeria. 
- Certamente, Signore. Andrò a mangiare un boccone anche io.
Falco d'argento prese una panca e la accostò al letto del figlio. Scostò la coperta per guardargli il viso e vide su di esso i segni del colpo. Preoccupato, rimase seduto al suo capezzale, pregando i Grandi Spiriti degli elementi perché dessero al ragazzino la forza necessaria per sopravvivere.




Una storia nata da un sogno (Presentazione) - Prologo - Un falco dalle piume argentee (Prima parte) -  Un falco dalle piume argentee (seconda parte) - La sentinella (prima parte) La sentinella (seconda parte) - Come tutto ebbe inizio (prima parte) Come tutto ebbe inizio (seconda parte) - Come tutto ebbe inizio (terza parte) - Come tutto ebbe inizio (quarta parte) - Come tutto ebbe inizio (quinta parte) - Come tutto ebbe inizio (sesta parte) - Come una lepre a marzo - Non è facile fare il papà (prima parte) - Non è facile fare il papà (seconda parte) - Non è facile fare il papà  (terza parte) - Guai in vista (prima parte) - Guai in vista (seconda parte) - Guai in vista  (terza parte) - Guai in vista (quarta parte) - Ritorno a Bosco oscuro  (prima parte) Ritorno a Bosco oscuro  (seconda parte) - Ritorno a Bosco oscuro  (terza parte) - 

4 commenti:

  1. Prima di sera passa da me, c'è una sorpresa.
    sinforosa

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  2. https://sinforosacastoro.blogspot.it/2018/01/premio-le-covate-doro.html

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    1. Ciao Sinforosa.
      Che bello un premio per questo piccolo blog. Ti ringrazio moltissimo, sei un tesoro.
      Un abbraccio

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