Leopardo, il capitano della squadra resistenza di Bosco oscuro, era ancora ricoverato in infermeria. Falco d'argento lo aveva colpito violentemente, causandogli parecchi danni. Il generale Falco dorato, aveva ascoltato molto attentamente il racconto dei suoi compagni di squadra e girava nervosamente nella sala del Consiglio, misurandola a grandi passi, rivolgendosi al figlio secondogenito.
- Vivo! Quel traditore è ancora vivo! Mi avevi assicurato di averlo eliminato, Golden hawk, invece scopro che, a distanza di anni, se ne va in giro come se nulla fosse nel Regno di nessuno, in perfetta forma, insieme alla sua squadra! -
Il generale era furioso, la sua aurea risplendeva illuminando a giorno tutta la sala, ormai resa un unico pezzo di ghiaccio dall'energia fredda che scaturiva incessantemente dal suo corpo.
Golden hawk, alquanto contrariato dalla scoperta, restava inginocchiato sull'uscio, con la testa bassa e i denti stretti per la rabbia. Tasso doveva averlo beffato ancora una volta. Non c'era altra spiegazione, Falco d'argento non sarebbe mai potuto fuoriuscire dall'acqua con le sue sole forze; non dopo i colpi assestatigli da lui e Leopardo.
- Sono costernato, Signore! Ho assestato personalmente il colpo finale al reietto, assicurandomi che non riuscisse a riemergere. Deve essere stato soccorso da qualcuno! -
Falco dorato afferrò il figlio, sollevandolo dal collo e gridandogli contro.
- E da chi? DA CHI? Gli altri tre erano in mano tua e tutti gli altri membri di Bosco oscuro erano contro di lui! - lo scaraventò a terra e proseguì - mi hai deluso molto, Golden hawk! Fallire una missione così semplice non è da te! -
La guardia reale si rimise in ginocchio, tossendo un po'.
- Signore, mi dia un'altra possibilità: porterò a termine la missione! In un modo o nell'altro Le porterò la testa di Falco d'argento e della sua squadra. Non fallirò di nuovo! -
Il generale non rispose. Si fermò a riflettere, poi convocò il curatore di Bosco oscuro.
- Zebra! Portami Leopardo. Ora! -
Il curatore eseguì, sostenendo e accompagnando nella sala la malconcia sentinella, ancora malferma sulle sue gambe.
- Ebbene, Capitano? - Falco dorato si rivolse a Leopardo con tono duro.
Leopardo deglutì nervosamente, aspettandosi il peggio.
- Signore, quando ho attaccato quelle donne di Piccolo bosco delle Ninfe e i loro lattanti, non mi aspettavo certo che sarebbero state difese da... - il generale lo interruppe.
- I loro lattanti? - sibilò.
- Sì, Signore. Erano quattro donne con quattro bambini. Quella che ha richiamato Suo figlio, Generale, sembrava essere la caposquadra. -
- Lei ha chiesto il suo intervento? -
- No, Signore. È intervenuto lui, autonomamente. La donna lo ha richiamato in seguito per impedire che... - deglutì nuovamente, come se si fosse improvvisamente reso conto di aver parlato troppo. - che mi uccidesse, Signore! - Tacque, aspettandosi il peggio, ma il Generale non reagì. Lo fissava con espressione pensierosa e, anzi, guardandolo meglio si rese conto che stava fissando un punto nel vuoto. Passò qualche secondo prima che rompesse il silenzio.
- E i padri dei neonati non erano presenti? -
- No, Signore. C'erano solo le donne. Successivamente sono apparsi Falco d'argento e la Sua squadra. -
Ancora qualche secondo di silenzio e il Generale sussurrò fra sé e sé.
- Possibile che...? - poi si scosse, parlando a voce più alta. - No! Sarebbe troppo anche per lui! - abbassò nuovamente il tono con fare pensieroso. - Eppure... -
Leopardo lo fissava, fra il preoccupato e il perplesso, domandandosi su cosa stesse riflettendo. Sussultò quando gli rivolse nuovamente la parola.
- Leopardo, come lo ha chiamato e cosa gli ha detto la donna? -
- Be', Signore, gli ha chiesto di lasciarmi andare, ma non ricordo esattamente... -
- Sforzati! Voglio le sue parole precise e bada che sto perdendo la pazienza! -
Leopardo trasalì, un brivido freddo di terrore lo percorse lungo la schiena. Se il Generale si fosse alterato ulteriormente, avrebbe potuto dire addio alla sua vita.
Si sforzò di ricordare, ripensando al momento preciso in cui tutto era avvenuto. Cercò di focalizzare attentamente i visi e l'ambiente.
- Ecco, ora ricordo! - esclamò, sperando che ciò lo avrebbe salvato - Le sue parole esatte sono state: "Falcorn, non macchiarti del loro sangue! Tu sei diverso da loro!" -
Il generale lo fissò con sguardo truce.
- Falcorn? Sei assolutamente sicuro che lo abbia chiamato "Falcorn"? -
- Sì, Signore. Ne sono certo! -
Falco dorato scambiò uno sguardo con il figlio.
- Ciò è molto strano. Lui non ha mai permesso nemmeno a sua moglie Gabbiano di rivolgerglisi con tanta confidenza. Non le ha mai permesso di chiamarlo "Falcorn". Perché dovrebbe permetterlo a quella donna? -
Leopardo impallidì e rispose quasi balbettando.
- Signore, Le assicuro che... -
Il generale gli fece cenno di tacere e di congedarsi. Lui eseguì, accompagnato da Zebra, lasciandolo solo con la guardia reale.
- Pensi ciò che sto pensando io, Golden hawk? -
- Sì, Signore. Il reietto si è macchiato del più grave reato nei confronti di Bosco oscuro. -
- Ibridato con una femmina di Piccolo bosco delle Ninfe. Tutto ciò non è ammissibile. - L'ira del generale esplose ormai senza controllo. - Lo voglio vivo, Golden hawk. Voglio avere il piacere di scorticarlo con le mie mani! Non importa quando tempo ci vorrà: stanalo e portamelo qui! -
- Inizio subito le ricerche, Signore! -
Golden hawk si inchinò al cospetto del padre per congedarsi, richiamò a sé alcuni dei suoi uomini e si mise all'opera.
Leopardo deglutì nervosamente, aspettandosi il peggio.
- Signore, quando ho attaccato quelle donne di Piccolo bosco delle Ninfe e i loro lattanti, non mi aspettavo certo che sarebbero state difese da... - il generale lo interruppe.
- I loro lattanti? - sibilò.
- Sì, Signore. Erano quattro donne con quattro bambini. Quella che ha richiamato Suo figlio, Generale, sembrava essere la caposquadra. -
- Lei ha chiesto il suo intervento? -
- No, Signore. È intervenuto lui, autonomamente. La donna lo ha richiamato in seguito per impedire che... - deglutì nuovamente, come se si fosse improvvisamente reso conto di aver parlato troppo. - che mi uccidesse, Signore! - Tacque, aspettandosi il peggio, ma il Generale non reagì. Lo fissava con espressione pensierosa e, anzi, guardandolo meglio si rese conto che stava fissando un punto nel vuoto. Passò qualche secondo prima che rompesse il silenzio.
- E i padri dei neonati non erano presenti? -
- No, Signore. C'erano solo le donne. Successivamente sono apparsi Falco d'argento e la Sua squadra. -
Ancora qualche secondo di silenzio e il Generale sussurrò fra sé e sé.
- Possibile che...? - poi si scosse, parlando a voce più alta. - No! Sarebbe troppo anche per lui! - abbassò nuovamente il tono con fare pensieroso. - Eppure... -
Leopardo lo fissava, fra il preoccupato e il perplesso, domandandosi su cosa stesse riflettendo. Sussultò quando gli rivolse nuovamente la parola.
- Leopardo, come lo ha chiamato e cosa gli ha detto la donna? -
- Be', Signore, gli ha chiesto di lasciarmi andare, ma non ricordo esattamente... -
- Sforzati! Voglio le sue parole precise e bada che sto perdendo la pazienza! -
Leopardo trasalì, un brivido freddo di terrore lo percorse lungo la schiena. Se il Generale si fosse alterato ulteriormente, avrebbe potuto dire addio alla sua vita.
Si sforzò di ricordare, ripensando al momento preciso in cui tutto era avvenuto. Cercò di focalizzare attentamente i visi e l'ambiente.
- Ecco, ora ricordo! - esclamò, sperando che ciò lo avrebbe salvato - Le sue parole esatte sono state: "Falcorn, non macchiarti del loro sangue! Tu sei diverso da loro!" -
Il generale lo fissò con sguardo truce.
- Falcorn? Sei assolutamente sicuro che lo abbia chiamato "Falcorn"? -
- Sì, Signore. Ne sono certo! -
Falco dorato scambiò uno sguardo con il figlio.
- Ciò è molto strano. Lui non ha mai permesso nemmeno a sua moglie Gabbiano di rivolgerglisi con tanta confidenza. Non le ha mai permesso di chiamarlo "Falcorn". Perché dovrebbe permetterlo a quella donna? -
Leopardo impallidì e rispose quasi balbettando.
- Signore, Le assicuro che... -
Il generale gli fece cenno di tacere e di congedarsi. Lui eseguì, accompagnato da Zebra, lasciandolo solo con la guardia reale.
- Pensi ciò che sto pensando io, Golden hawk? -
- Sì, Signore. Il reietto si è macchiato del più grave reato nei confronti di Bosco oscuro. -
- Ibridato con una femmina di Piccolo bosco delle Ninfe. Tutto ciò non è ammissibile. - L'ira del generale esplose ormai senza controllo. - Lo voglio vivo, Golden hawk. Voglio avere il piacere di scorticarlo con le mie mani! Non importa quando tempo ci vorrà: stanalo e portamelo qui! -
- Inizio subito le ricerche, Signore! -
Golden hawk si inchinò al cospetto del padre per congedarsi, richiamò a sé alcuni dei suoi uomini e si mise all'opera.
Per le parti precedenti:
Una storia nata da un sogno (Presentazione) - Prologo - Un falco dalle piume argentee (Prima parte) - Un falco dalle piume argentee (seconda parte) - La sentinella (prima parte) - La sentinella (seconda parte) - Come tutto ebbe inizio (prima parte) - Come tutto ebbe inizio (seconda parte) - Come tutto ebbe inizio (terza parte) - Come tutto ebbe inizio (quarta parte) - Come tutto ebbe inizio (quinta parte) - Come tutto ebbe inizio (sesta parte) - Come una lepre a marzo - Non è facile fare il papà (prima parte) - Non è facile fare il papà (seconda parte) - Non è facile fare il papà (terza parte) -
Non conoscevo questo tuo nuovo blog, Poiana: mi sembra interessante. La storia è una bella sceneggiatura per una fiaba per fanciulli! Brava... però, Poiana, ti confesso che alla mia età avrei gradito un maggiore contrasto tra lo scritto e lo sfondo e... forse anche un carattere un mignolino più grande... la lettura per riuscire gradevole non deve essere faticosa. Un abbraccio!
RispondiEliminaCiao Clara, benvenuta :)
EliminaTi ringrazio molto del commento è anche delle osservazioni. Ho fatto diverse prove per il colore del testo e questo mi è sembrato quello che facesse maggiore contrasto, ma posso provare a migliorare la situazione. Per quanto riguarda le dimensioni, ti dico la verità, non ci ho proprio fatto caso, perché comunque guardo sempre dal cellulare. Vedrò di ingrandirlo un po' per risolvere la situazione.
Ti abbraccio e spero di trovarti qui anche in futuro.
Buona notte :)
Eh ora tutti fanno tutto con l'iphone, ma io no: al massimo uso whatsapp ma i blog li guardo sul mio fido notebook che mi porto dietro sfaccendando in giro :) Comunque ottimo lavoro: brava!
EliminaEh, solo che portarmi dietro il notebook diventa complicato, soprattutto perché non ho la connessione internet su quello. 😅
EliminaBe', dai, così dovrebbe essere più leggibile.
Grazie ancora e buona domenica.
Poiana, bello, un racconto... una fiaba, da rubare. Buona giornata carissima.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa,
EliminaTi ringrazio molto, faccio quello che posso.
Un abbraccio e una buona giornata a te.