All'esterno, gli altri membri di Bosco oscuro osservavano Dragone e Aquila come se fossero bestie rare. Solo gli uomini erano presenti, mentre le donne erano in disparte, intente a preparare il pranzo.
Silver hawk li guardava mal celando il disprezzo che provava nei loro confronti.
- Dite un po’, ragazzini: i vostri padri non vi hanno insegnato che non si sta in giro da soli nel Regno di nessuno, alla vostra età? –
Piuttosto turbati da quella strana situazione, i due ragazzi abbassarono il capo. Fu Dragone a rispondere.
- I nostri padri sono morti durante una missione nove anni orsono, Signore. Viviamo con le nostre madri nel Regno di nessuno da alcuni anni. Stavamo facendo una pausa da un allenamento. – Sospirò sconsolato. - Zia Gazzella si arrabbierà moltissimo quando saprà cosa è accaduto. Dice sempre che non dobbiamo mai abbassare la guardia. –
Dragoon, raggelato dalle parole del figlio, tentò di rispondere nel modo più naturale possibile, mentre gli altri membri di Bosco oscuro guardavano lui e Golden eagle con fare divertito.
- Tua zia ha ragione. È molto pericoloso distrarsi nel Regno di nessuno. –
Una sentinella ironizzò:
- Già, con tutte le sentinelle di Bosco oscuro che ci sono in giro. –
Si levò una risata generale, ma i presenti vennero fulminati da uno sguardo furente di Golden eagle e Dragoon.
In quel momento il Generale raggiunse il resto del gruppo e Zebra, vedendolo, si congedò per tornare in infermeria.
Silver hawk si rivolse a suo padre.
- Ha saputo, Generale? I nostri ospiti sono orfani di padre. Sembra che i tre genitori siano deceduti in missione nove anni fa. –
Falco d’argento tentennò.
- Ma non mi dite? -
- Sì, Signore. Così hanno appena riferito. -
- Conoscete i loro nomi? – chiese un’altra sentinella ai ragazzini.
- Certamente, Signore. – Aquila intervenne indispettita. – Falco d’argento, Dragoon e Golden eagle, erano i loro nomi! –
- Che strano! – Asserì un altro, continuando a fare il finto tonto. – Non sembrano nomi tipici di Piccolo bosco delle Ninfe. –
- Loro provenivano da Bosco oscuro, Signore. – Dragone sembrava impacciato.
- Allora perché avete tanta paura di quel Bosco? – chiese Falco d’argento
- Perché portiamo la divisa di Piccolo bosco delle Ninfe, Signore, e perché i nostri padri erano dei reietti instauratosi nel nostro Bosco dopo essere stati soccorsi. –
Falco d’argento annuì, rispondendo sovrappensiero.
- Saggio ragionamento. –
Era evidente che i ragazzi conoscessero bene tutta la storia, salvo il vero motivo della loro partenza. Notò, però, che entrambi osservavano con perplessità i rispettivi padri.
- Be’, ora basta tirare in ballo queste tristi storie, è ora che mettiate qualcosa nello stomaco. – Batté due volte le mani e chiamò a gran voce. – Black panther! –
La donna fece capolino, inchinandosi umilmente.
- Ha chiamato, Signore? –
- Sì. Offri del cibo ai nostri giovani ospiti. –
La donna eseguì. Preparò due piatti e li porse a Dragone e Aquila reale. Quando il giovane ariete ricevette il piatto, ringraziò educatamente la donna, che rimase bloccata a fissarlo con gli occhi sgranati. Lui ne rimase sorpreso.
- Ho forse detto qualcosa che non va? –
Falco d'argento scoppiò in una risata.
- No! No, giovanotto, sei solo stato ben educato. Vai, Black panther, finisci il tuo lavoro. –
La donna si scosse e consegnò il piatto anche alla piccola Aquila, che ringraziò altrettanto educatamente. Osservò anche lei con aria sorpresa, sebbene per diversi motivi. Non aveva mai visto una donna in divisa.
- Perdonatela. Non è abituata a questo tipo di comportamento, né tantomeno a una ragazza come Aquila. –
- Non capisco cosa abbiamo fatto di strano. – rispose timidamente Dragone.
Falco d’argento rise di nuovo e scosse la testa.
- Nulla, state pure tranquilli e mangiate. –
I ragazzini mangiarono con gusto e ben presto Black panther e le altre donne servirono anche gli uomini di Bosco oscuro, cominciando dal Generale. Silenzio di tutti, con ulteriore chock di Black panther e delle altre donne, si verificò quando Dragone prese il suo piatto e quello dell’amica, ancora piuttosto debole, e si recò a porgerlo alla donna, in prossimità del braciere vicino al quale si trovava, ringraziandola per il pasto. Gli uomini di Bosco oscuro avevano sempre atteso che fossero le donne a ritirare i piatti vuoti e certamente non avrebbero mai ringraziato una di loro.
Durante il pranzo, tornò a raggiungerli Zebra.
- Guardate un po’ chi si è unito a noi. Fa piano piccolo, poggiati a me. –
Dolorante e mal fermo sulle proprie gambe, sostenuto dal curatore, il giovane Falco pellegrino si avvicinava lentamente alle altre sentinelle.
Vedendolo, i due amici gli corsero incontro.
- Falco! – Chiamarono all’unisono.
- Ciao ragazzi! - rispose flebilmente.
Zebra intervenne.
- Su giovanotti, non con troppo entusiasmo. Il vostro amico è ancora molto debole. Aiutatemi a farlo sedere, vi va? –
I due ragazzi annuirono. Dragone creò dal terreno una seduta di terriccio, che ricoprì di foglie secche.
- Così starai più comodo. –
Aquila, subito soccorsa dallo stesso Dragone, si prodigò ad afferrarlo dal lato opposto a Zebra, aiutandolo a sedersi lentamente.
- Siete degli assistenti perfetti! – Ammiccò il curatore.
I tre ragazzini risero e Falco concluse con un poco incoraggiante colpo di tosse. I due amici gli sedettero accanto e Falco d'argento si alzò e andò ad accostarsi al figlio, chinandosi sulle ginocchia per stare all’altezza del suo viso.
- Come ti senti, ragazzo? –
Falco pellegrino non rispose, ma guardò fisso la sentinella davanti a lui. La sua voce lo scosse notevolmente.
Dragone vedendo accostati i visi dei due, iniziò a passare rapidamente lo sguardo dall’uno all’altro. Diede un colpo di gomito all’amica e gli fece cenno con la testa verso Falco e il suo interlocutore. Anche Aquila reale cominciò a fissarli.
- Si somigliano, eh! – le sussurrò Dragone nell’orecchio.
Improvvisamente, guardandosi intorno, si resero conto che c'era qualcosa che prima non avevano notato. Alcune delle sentinelle presenti avevano dei tratti molto, troppo, rassomiglianti ai loro. Dragone ricordò perché gli sembrava di aver già visto la divisa di quegli uomini. Balzò in piedi ma ricadde indietro, pallido come un fantasma.
- Bosco oscuro! È la divisa di Bosco oscuro! Mio padre ne aveva una identica conservata in un baule al rifugio! –
Aquila e Falco lo guardarono. D’istinto lo scudo tentò di alzarsi per aiutare l'amico a rimettersi in piedi, ma le gambe non lo ressero e crollò fra le braccia di Falco d'argento, che prontamente lo rimise a sedere.
- Sei troppo debole per alzarti. Sta giù! – La voce del Generale era autoritaria, ma non intimidì il ragazzo.
Aquila porse una mano a Dragone per rialzarsi.
- Ne sei assolutamente certo, Dragone? –
- Certissimo! Mio padre lasciava che ci giocassi. Era molto rovinata, ma era sicuramente uguale alle loro. E poi non è solo questo. – Si fermò un secondo per riprendere fiato e deglutì forte. - Guardatevi intorno! Ricordate cosa ci dice sempre zio Zephyr? “Se mai incontrerete un membro di Bosco oscuro, appartenente alle famiglie da cui provenite, lo riconoscerete subito. È impossibile non notare la somiglianza con voi.” –
- Non vi ha detto altro, lo “zio Zephyr”? – Chiese Falco d’argento.
- Sì! – Aquila lo guardò, seriamente preoccupata. – Ci ha detto di tenerci lontano da voi, perché potreste costituire un pericolo. –
Notando lo sguardo spaventato dei ragazzi, Falco d’argento tentò di assumere un tono più rassicurante.
- Ha ragione! Infatti non tutti gradiscono la vostra presenza, qui. Ma dal momento che io non ho nulla contro di voi, non dovete avere paura. Nessuno vi farà del male. Anzi, - La sua voce si fece imperiosa. – Rinoceronte vuole scusarsi con voi per avervi colpiti alle spalle. Non è forse vero? –
La sentinella emise una sorta di flebile ruggito.
- Non è forse vero? – ripeté spazientito Falco d'argento.
- Certamente, Signore. Stavo giusto per farlo. –
- Quindi è stato uno di voi a colpirci? – chiese Aquila, spaventata.
- È così, ragazzina. E vi avrei uccisi se il vostro amico non fosse riuscito a intercettare il colpo. L'unico motivo per cui siete ancora in vita sono quei medaglioni che portate al collo. –
- Basta così, Rinoceronte! - Tuonò Falco d'argento. - Non c'è nessun motivo di spaventarli oltre. –
- Perché i nostri medaglioni… -
- Credo sia ora che torniate a riposare, ragazzi. Non vi fa bene agitarvi così tanto nelle vostre condizioni. – Il Generale non lasciò spazio ad obiezioni.
I tre ragazzini erano terrei in viso. Non sapevano cosa aspettarsi. La curiosità, tuttavia, era forte e, mentre alcune sentinelle li aiutavano a rialzarsi per tornare in infermeria, Falco si rivolse a quello che, ancora, non sapeva essere suo padre.
- Lei è il Generale di Bosco oscuro, Signore? –
- Sì, ragazzo. –
- Perché ci protegge? –
Falco d'argento sorrise teneramente a quella domanda. Il dolore di sapere che il figlio non lo potesse riconoscere era molto, ma altrettanto era il timore della sua possibile reazione. Nello stato in cui si trovava, non voleva farlo agitare più di quanto già non lo fosse.
- Perché siete figli di Bosco oscuro, sebbene cresciuti lontano da qui. – rispose.
- E Lei non è mai stato a Piccolo bosco delle Ninfe, Signore? –
- Perché mi poni questa domanda?
- Perché ho la sensazione di aver già sentito la Sua aurea e la Sua voce, Signore.-
Zebra accorse in aiuto del padre del ragazzo.
- Il Generale è un Falco pellegrino come te. Probabilmente è per questo che ti sembra familiare. –
- Forse… -
Improvvisamente il ragazzino si interruppe, restando in silenzio. Il suoi occhi fissavano incantati un punto lontano, dietro gli uomini che lo osservavano. Il Generale seguì la direzione in cui guardava il figlio e scorse la terzultima figlia femmina di Leopardo, la giovane Pantera, che sbirciava di nascosto. Quando si rese conto di essere stata vista, la ragazza corse via. L’angolo sinistro della bocca di Falco d’argento si allungò in un leggero sorriso.
- Cos’è che stavi dicendo, ragazzo? –
Falco si scosse.
- Eh? Ah! Nulla di importante. –
Il generale fece un cenno e i ragazzi furono accompagnati nuovamente in infermeria.
Una storia nata da un sogno (Presentazione) - Prologo - Un falco dalle piume argentee (Prima parte) - Un falco dalle piume argentee (seconda parte) - La sentinella (prima parte) - La sentinella (seconda parte) - Come tutto ebbe inizio (prima parte) - Come tutto ebbe inizio (seconda parte) - Come tutto ebbe inizio (terza parte) - Come tutto ebbe inizio (quarta parte) - Come tutto ebbe inizio (quinta parte) - Come tutto ebbe inizio (sesta parte) - Come una lepre a marzo - Non è facile fare il papà (prima parte) - Non è facile fare il papà (seconda parte) - Non è facile fare il papà (terza parte) - Guai in vista (prima parte) - Guai in vista (seconda parte) - Guai in vista (terza parte) - Guai in vista (quarta parte) - Ritorno a Bosco oscuro (prima parte) - Ritorno a Bosco oscuro (seconda parte) - Ritorno a Bosco oscuro (terza parte) - Sei proprio tu, Papà? (Prima parte) -
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