giovedì 7 marzo 2019

Non disturbare il curatore a lavoro (seconda parte)



Nell'infermeria di Piccolo bosco delle Ninfe, Dog stava mettendo in ordine le attrezzature con l'aiuto del suo giovane assistente Chipmunk, detto Chip, un ragazzino con buone doti curative, adottato da Dog dopo che i cacciatori sterminarono la sua famiglia. Mentre erano indaffarati, entrò Zephyr.
Ciao Chip! Ciao Dog, posso parlarti un momento? In privato. -
Dog lo guardò di sfuggita e fece cenno di sì con la testa. Invitò l'assistente a lasciarli soli e gli si avvicinò.
Dimmi tutto. Che è successo? -
Zephyr sorrise.
Le sentinelle di Bosco oscuro sono in fermento. Pare che qualcuno, non è dato sapere chi, abbia dato una bella lezione ad alcuni di loro. -
- Davvero? E tu come lo sai? -
- Lo raccontavano a Golden hawk a Bosco diamante. -
- Ma si può sapere perché passi tutto questo tempo a Bosco diamante? -
- Ho i miei affari da sbrigare. -
- Mmh... In ogni caso, io che c'entro? -
- Erano dalle parti del tuo bar. Falco è stato curato da te lì stamattina, o sbaglio? -
- Non capisco dove vuoi arrivare. Io non c'entro con questa storia. -
Zephyr sorrise.
Come sei arrivato a Piccolo bosco delle Ninfe? -
Dog lo guardò, poi sorrise a sua volta.
Certo, immagino tu senta che la mia aurea è diversa. -
- Non ce ne sono molti come te. Qui, poi, sei l'unico. -
- Cosa pensi? -
- Penso che tu sia figlio di Unicorno, il curatore di Bosco diamante; il curatore di Fenice. - Dog si incupì. - Certo, questo vorrebbe dire che hai una certa età... -
- Ma perché siete tutti fissati con la mia età? -
- Aiuta a comprendere la situazione. Eri presente alla grande guerra, vero? -
- Come se non lo sapessi. -
- Avanti! La questione mi incuriosisce... -
Dog sospirò profondamente.
E va beneHo... abbastanza anni per essere stato presente alla grande guerra, sì. Mi occupavo dei feriti nell'infermeria di Bosco diamante, insieme a mio padre, Unicorno, e mia madre, Chien. -
- Eri lì quando Bosco oscuro la attaccò? Pare che sia stata una strage. -
Dog rise.
La lezione non è servita però. Oggi lo hanno rifatto. - Sospirò di nuovo. - Se ti domandi se sia pentito di ciò che ho fatto, la risposta è no! Se lo sono meritato. -
- Dieci purosangue di Bosco oscuro in un colpo solo. Ragazzo, tu hai  seri problemi di autocontrollo! -
- Peccato che mi sia sfuggito proprio il generale Falco dorato. -
Stavolta fu Zephyr a ridere.
È per questo che sei finito qui? -
- Più o meno.  Non è stata una punizione. Sua Maestà comprese la mia reazione nel proteggere i miei pazienti, ma credo ritenesse ugualmente che sarebbe stato più prudente farmi allontanare; tuttavia mi diede la possibilità di scegliere. Mi disse che Piccolo bosco delle Ninfe era rimasto senza curatori e che, visto che volevo rendermi davvero utile (e per tenere impegnate le mie energie), sarei potuto venire qui, dove il lavoro per un curatore non manca mai. Certo è faticoso, ma è stata la scelta migliore che abbia mai fatto e ne sono più che felice. - Zephyr annuì e Dog riprese. - Promisi a Sua Maestà che mi sarei tenuto sotto controllo e che ciò che accadde quel giorno non si sarebbe ripetuto, - Guardò Zephyr con aria severa - ma se i membri del tuo bosco non perdono questo maledetto vizio, glielo faccio passare una volta per tutte! -
Zephyr annuì di nuovo. Non disse nulla, si limitò a tacere osservando il curatore fisso negli occhi. In seguito prese a parlare.
Con tanta esperienza dovresti ormai essere in grado di esercitare un ottimo autocontrollo. Non credi di avere esagerato oggi? D'altronde avevi promesso a Sua Maestà... -
- Infatti! Mi pare che nessuno sia rimasto ucciso, stavolta! Un po' malandati,  magari, ma non puoi negare che se la siano cercata. -
Zephyr tacque per un momento prima di riprendere a parlare.
Non mi vuoi proprio dire quanti anni hai? -
- Sono molto più giovane di te, questo è fuor di dubbio. -
Zephyr rise ancora, guardando l'interlocutore con aria complice, poi gli fece un occhiolino e si avviò fuori dall'infermeria.
Vedo che hai sciolto ogni dubbio e riserva, Dog. -
- Non sei l'unico a percepire le auree. Come hai detto tu nove anni fa: io non mi impiccio dei fatti tuoi e tu fai lo stesso con me. Mi sembra equo. -
La sentinella fece un cenno con la mano e se ne andò, lasciando solo il curatore a rimuginare fra sé e sé.
Che razza di ficcanaso! -
La sera, dopo aver cenato, Gazzella, la sua squadra, i figli e Pantera tornarono nel Regno di nessuno.  Davanti la porta di casa trovarono ad attenderli Dragoon e Golden eagle, che, vedendoli arrivare, salutarono allegramente.
Le madri risposero senza particolare entusiasmo, mentre Aquila reale si lanciò fra le braccia del padre. Pantera si nascose dietro Gazzella.
- Cosa fate qui? - Chiese acida la donna.
- Sempre gioviale, Gazzella! - Dragoon la rimbrottò offeso.
- Non ho motivo di essere gioviale con voi. -
- Andiamo via subito. Dobbiamo consegnare qualcosa ai ragazzi. - Spiegò Golden Eagle.
- A noi, papà? -
- Sì, piccola. -
Si discostò dalla figlia e trasse da un fodero legato alla gamba un piccolo pugnale dall'impugnatura dorata; era molto ben lavorata e il disegno presentava un simbolo somigliante a uno stemma nobiliare.
- Questo devi portarlo sempre con te! È il simbolo della famiglia delle Aquile reali. Vuol dire che sei una di noi e che, prima di fare qualsiasi cosa contro di te, devono avere l'autorizzazione del più alto in grado della famiglia e del Generale. Il caso vuole che, in quanto Consigliere del Generale, attualmente il più alto in grado sia io... -
La ragazza prese l'arma nella mano sinistra, osservandola con attenzione; sfiorò l'impugnatura con le dita della mano destra, guardandola affascinata.
- È molto bello, papà! Grazie. -
- Ricorda, devi portarlo sempre con te. Potrebbe salvarti la vita! -
Dragoon prese a sua volta il proprio pugnale, recante lo stemma della famiglia dei Draghi, porgendolo al figlio. Dragone lo prese con una leggera titubanza, ringraziando il padre per quel dono e promettendo che ne avrebbe avuto cura. In seguito Dragoon si avvicinò anche a Falco pellegrino. Gli porse un pugnale dall'impugnatura argentata, molto arzigogolata. Lo stemma su di esso rappresentava un falco pellegrino che attaccava in volo, con gli artigli protesi verso l'osservatore. Gli occhi del rapace erano due luminose gemme blu.
- Falco, questo te lo manda tuo padre. È il suo personale. Si raccomanda di tenerlo sempre a portata di mano, poiché tu sei quello che rischia maggiormente. -
Il ragazzo si ritrasse.
- Avrebbe potuto fare lo sforzo di venire a consegnarlo di persona, se ci tiene tanto. -
- Hai ragione, ma devi capire che tuo padre è il generale di Bosco oscuro. Non può assentarsi dall'insediamento tanto alla leggera... -
- Grazie, ma non intendo accettarlo! -
Driblò la sentinella di Bosco oscuro ed entrò in casa, mentre Dragoon lo seguiva con lo sguardo.
- Ve lo avevo detto che non lo avrebbe preso. - disse Golden eagle.
- Lo immaginavo anche io, ma bisognava comunque provare. -
- Con quel caratteraccio orgoglioso... -
- Ha ragione! - li rimbeccò Gazzella - Voi siete venuti personalmente a consegnare gli oggetti ai vostri figli. Lui non si è disturbato a farlo! - La donna appariva disgustata.
- Sì, ma... -
- Siete stati molto gentili, ma ora i ragazzi devono riposare. Buona notte. -
- Gazzella... -
- Ho detto buona notte! -
I due uomini si arresero, salutarono i ragazzi e tornarono al loro insediamento.
Il giorno successivo, dopo l'allenamento, Zephyr si recò da Falco pellegrino.
- Bell'allenamento. Eri molto carico oggi! -
- Grazie zio. Sentivo il bisogno di sfogarmi un po'. -
- Qualcosa non va? -
- No, no. Tutto a posto! -
- Mmh. Senti, ti andrebbe di allenarci un altro po', solo tu ed io, nel Regno di nessuno? -
- Dici sul serio, zio Zephyr? -
- Sì, certo. Perché? -
- Perché tu non vuoi mai allenarti solo con me. -
- C'è sempre una prima volta, no? -
Falco sorrise entusiasta ed emozionato.
- Allora vogliamo andare? - chiese Zephyr, aprendo un varco.
Falco annuì e i due si ritrovarono in una pianura isolata del Regno di nessuno. Si allenarono intensamente per una quindicina di minuti, finché Zephyr non si fermò ad annusare l'aria. D'improvviso bloccò Falco e gli tolse il medaglione dal collo.
- Zio, ma cosa fai? Restituiscimi il medaglione! -
Zephyr, al contrario, se lo mise in tasca e, guardando dietro le spalle del ragazzino, fece un cenno di saluto.
- Ben arrivato. Ti aspettavo. -
Falco si voltò e si trovò davanti il padre, assumendo un'espressione furiosa.
- Ho come la sensazione che lui, invece, non mi aspettasse affatto. -
Falco si rivolse a Zephyr, livido di rabbia:
- Ecco a cosa era dovuta questa improvvisa voglia di allenarti con me. Mi hai mentito! Bugiardo! -
Zephyr gli scompigliò i capelli con la mano.
- Non saresti mai venuto se ti avessi detto la verità. E comunque un po' ci siamo allenati, no? -
- Restituiscimi il mio medaglione! - Falco stava perdendo la forma di sentinella, assumendo l'aspetto umano.
- Non ci penso nemmeno. Se ti restituisco il medaglione tu scappi via senza dare a tuo padre la possibilità di parlarti, così invece non puoi utilizzare i tuoi poteri e sei costretto ad ascoltarlo. - Si rivolse a Falco d'argento. - Accompagnalo al bar "I quattro elementi" quando hai finito. Vi aspetto lì con una bottiglia di sidro. -
La sentinella dell'aria saluto e sparì in un mulinello, mentre Falco pellegrino restava imbronciato e di mala voglia con suo padre.
- Cosa vuoi da me? -
- Dragoon e Golden eagle mi hanno riferito che tenevi tanto a incontrarmi di persona. -
- Non era esattamente questo che intendevo! -
Il generale guardò il figlio con severità. Prese il pugnale e glielo porse.
- Prendilo! -
- Nemmeno per sogno! -
- Sono qui di persona per consegnartelo, ora. -
- Non è questo il punto! -
- E qual è allora? -
- Ti sei disturbato a venire di persona solo perché ieri non l'ho accettato. E comunque da te non voglio proprio niente! -
Falco d'argento sospirò vistosamente.
- Decisamente hai preso il carattere di tua madre. - ascoltò il figlio emettere una sorta di breve ruggito e riprese - So che non è facile per te comprenderlo, ma non posso lasciare l'insediamento con molta facilità. C'è sempre qualcosa di urgente da fare ed è necessaria la mia presenza. -
Falco pellegrino non rispose. Si girò di spalle respirando nervosamente.
- Falco, ascoltami bene adesso, - Il generale pose una mano sulla spalla del ragazzino, che si irrigidì. - gli uomini di Bosco oscuro non hanno minimamente gradito la scoperta della tua esistenza, men che meno dopo che li hai affrontati per proteggere Pantera. In molti vogliono la tua morte, primo fra tutti tuo fratello Silver hawk. -
- Che venga a eliminarmi. Non ho certo paura di lui e parare i colpi dei membri di Bosco oscuro non è poi così difficile! -
- No Falco, no! Non dovrai mai, e dico mai, parare i colpi di Silver hawk, né quelli di nessun altro falco. Dovrai solo schivarli. Se riescono a toccarti per te è finita! -
- E perché mai? -
- Ascoltami attentamente: gli scudi sono in netto svantaggio contro la nostra famiglia a causa di tecniche specifiche che ci tramandiamo da millenni. Un solo colpo di uno di noi potrebbe bastare a non farti più rialzare. Non devi mai lasciare che ti colpiscano. Se li incontri fuggi e non li affrontare. Ti vogliono morto, Falco, e non si fermeranno perché sei un ragazzino. -
- E tu gli permetterai di darmi la caccia, ovviamente. -
- No! Ma fuori da Bosco oscuro non posso proteggerti come vorrei. Impiegherebbero poco a tentare di spacciarmi la tua dipartita per un incidente e a quel punto, qualsiasi cosa io possa fare per punirli, non servirebbe certo a farti tornare in vita. -
Falco si voltò nuovamente verso il padre. Sembrava che le sue parole fossero riuscite a spaventarlo, anche se tentava di fingere il contrario. Il generale se ne rallegrò.
- Ora prendi il pugnale e portalo sempre con te. È il simbolo del generale. Almeno in parte dovrebbe placarli. -
L'idea non andava a genio al ragazzo che tergiversò ancora un po'. Alla fine si convinse e prese con sé l'arma. Il padre si rasserenò, credendolo un po' più al sicuro.
- Ora possiamo andare? -
- Ti dà tanto fastidio trascorrere del tempo con me? -
Falco sbuffò. - Credevo che avessi fretta di tornare a Bosco oscuro per gestire i tuoi importantissimi e urgenti affari, che ieri non ti hanno permesso di venire personalmente. -
Falco d'argento incassò il colpo, aprì un varco e lo condusse da Zephyr. La sentinella dell'aria li aspettava nella sua forma umana al di fuori del bar, seduto in compagnia di una bottiglia di sidro e di Alan, accomodato accanto a lui. All'arrivo del generale il curatore si innervosì parecchio, ma non disse nulla, cercando di mantenere il controllo.
- Eccoci qui. Ve lo restituisco. -
Falco si precipitò da Zephyr.
- Vuoi ridarmi il mio medaglione, adesso? -
- Perché tanta fretta? Hai preso il pugnale? -
Falco gli mostrò il pugnale bofonchiando.
- Bene! - Gli rese il pendaglio, rimproverandolo bonariamente. - Tutte queste scene per una cosa del genere. Accettarlo non sarà stata una tragedia, vero Falcorn? -
Il generale non rispose.
- Falcorn? -
Ancora una volta nessuna risposta. Falco d'argento stava fissando qualcosa, spalle larghe, narici dilatate, occhi spalancati, denti stretti e pugni chiusi.
- Quando fa così non è affatto buon segno... - Zephyr guardò nella direzione del punto fissato dal cugino. - Ecco, appunto! -
Quattro cacciatori li stavano osservando. Fra loro anche Drago nero e Poiana.
- Chi abbiamo oltre al lucertolone e l'uccellaccio? - chiese Zephyr.
- Un bel problema. C'è anche Sanguisuga! E quell'altro mi sembra Anaconda. -
- Mi stai dicendo che quattro delle uniche sette sentinelle oscure appartenenti a Bosco oscuro esistenti sono qui e ce l'hanno proprio con noi, Falcorn? -
- Sì, ti sto dicendo esattamente questo. - Senza mai spostare gli occhi dai nemici, Falco d'argento si rivolse al curatore. - Alan, tu e Falco farete bene a mettervi al riparo all'interno del bar. Qui fra poco ci sarà un po' di caos. C'è qualcuno dentro? -
- Dei ragazzi che si stanno riprendendo da alcune ferite. -
- Farai meglio a far mettere al sicuro anche loro. -
D'improvviso Zephyr diede l'allarme.
- Attenti! -
Due cacciatori li avevano attaccati alle spalle, scivolando lentamente dietro di loro nelle proprie forme animali, senza farsi notare. Falco pellegrino parò prontamente il colpo di uno dei due, ma si ritrasse immediatamente con un grido di dolore, ritrovandosi i denti dell'altro piantati nel collo. Zephyr glielo tolse di dosso spingendolo a distanza e consegnò il ragazzino al curatore.
- Alan, il morso di quella sentinella oscura è velenoso. Molto velenoso. Cerca di intervenire in fretta o non ci sarà niente da fare. -
Il cacciatore si leccò le labbra dal sangue del giovane Falco, pronto ad attaccare nuovamente. Falco d'argento si posizionò fra lui e gli altri.
- Posso solo sperare di avere qui un antidoto efficace contro di lui! Chi è? -
- Cobra. Assicurati che l'altro, Vedova nera, non sia riuscito ugualmente a... - Dovette interrompersi per aiutare Falco d'argento. Un terzo cacciatore si era palesato improvvisamente. - Accidenti, è Scorpion! Alan, portalo al sicuro e fa quel che puoi. Noi cerchiamo di respingerli! -
Il curatore annuì, prese in spalla il ragazzino e si precipitò nel bar.
- Respingerli? - Falco d'argento sembrava alquanto contrariato. - La fai facile tu! Sono tutti e sette qui. Fra poco attaccheranno anche gli altri. L'unica cosa che possiamo fare è sperare di riuscire a non farci ammazzare! -
- Sii positivo, Falcorn. Magari gli altri non sono qui a caccia. -
Giusto il tempo che Zephyr terminasse la frase e le altre quattro sentinelle oscure si scagliarono su di loro.
- Ti odio! -
- Be', era solo una speranza... -
Zephyr riprese le sembianze di sentinella e si scagliò contro le 4 sentinelle oscure in arrivo.
- Tornado! -
Cominciò a turbinare su sé stesso, scatenando un vento di potenza devastante. Falco d'argento si lanciò con lui nell'occhio del vortice, sfruttandolo per scagliare sui nemici frecce di ghiaccio. Drago nero elevò scudi di roccia a protezione di ognuno di loro, riparandoli anche dagli effetti del vento. Il potere combinato dei due cugini scatenò una violenta burrasca di neve, facendo calare gravemente la visibilità. Falco d'argento e Zephyr si preparavano a colpire nuovamente, favoriti dalle condizioni climatiche, ma, in una manciata di secondi, queste si placarono e tornarono il sereno e la visuale.
- Il trucchetto non era male, ma temo che abbiate fatto i conti senza considerarmi! -
La sentinella oscura Sanguisuga aveva assorbito completamente l'energia rilasciata dagli attacchi dei due purosangue di Bosco oscuro, lasciandoli evidentemente in difficoltà.
- Questo non va affatto bene... - Zephyr sembrava aver perso il suo ottimismo.
Sanguisuga li guardò con aria sadica e divertita.
- Ora tocca a me! -
Li attaccò combinando insieme i colpi utilizzati da loro, scaravendoli indietro, sfondando la porta del bar per sbalzarli all'interno. Zephyr si rialzò e si guardò intorno. Falco d'argento era a terra privo di sensi e Dog era in piedi, fermo davanti a Falco, anche lui svenuto. Gli altri ragazzi dovevano essere nelle stanze dietro la sala del bar.
- Sai curatore, questo potrebbe essere un buon momento per decidere di proteggere i tuoi pazienti. -
- Lo credo anche io. E credo anche che tu dovresti impegnarti un po' di più... -
Zephyr sollevò l'angolo della bocca in una smorfia divertita.
- Ti guardo le spalle! -
Una luce verde scaturì dal corpo di Dog che, ancora una volta, rilasciò la sua energia. Alla sua aurea, tuttavia, stavolta si aggiunse un'abbagliante luce bianca. Zephyr risplendeva tanto da non essere possibile rivolgergli lo sguardo senza restare accecati. I cacciatori rimasero completamente spiazzati. Dog scagliò sui nemici un raggio di energia dalla potenza di un missile. Drago nero e Sanguisuga cercarono di intercettarlo, ma ne furono travolti insieme agli altri cacciatori a seguito di un contemporaneo attacco di Zephyr, dieci volte più potente di quello del curatore.
- Bene, Dog. Vediamo di rispedirli a casa. - Zephyr aprì un varco alle spalle del gruppo di sentinelle oscure e le colpì insieme al curatore per scaraventarle all'interno del passaggio. Fatto ciò lo richiuse e si rilassò.
- Ben fatto, Dog! Sei stato prezioso. -
- A dire il vero ho l'impressione che non avessi alcun bisogno di me né di nessun altro per affrontarli e sconfiggerli. -
- Sarà il caso di occuparsi del bar e dei tuoi pazienti ora, non credi? -
- Il bar mi toccherà ricostruirlo, dopo questo sfacelo. -
Zephyr promise che lo avrebbe aiutato a riparare tutti i danni, a patto che avesse accettato di curare anche Falco d'argento, il quale aveva ripreso i sensi durante lo scontro fra Dog e i cacciatori e ora stava cercando di rimettersi in piedi.
- La cosa divertente è che provi anche a farmi credere che possa rifiutarmi. - Disse Dog, avvicinandosi al generale per occuparsi delle sue ferite.
Falco d'argento era completamente sconvolto da quanto aveva visto.
- Dog, io ero convinto che non fossi in grado di combattere! -
- Ne siete tutti convinti, ma nessuno ha mai detto che un curatore non sia in grado di combattere. Al contrario, Fenice non era proprio un curatore? - Notò lo sgomento nell'espressione del generale e proseguì - In ogni caso, non so cosa credi di aver visto, ma ho solo fornito un piccolo aiuto a Zephyr perché potesse spedirli nel portale. -
- Eh già! Per fortuna gli è venuta in mente questa idea del passaggio o non ce l'avremmo mai fatta contro tutti loro. -
- Solo il portale? Io vi ho visti colpirli  e atterrarli tutti e sette! -
Zephyr rise forte, dando una forte pacca sulla schiena al cugino.
- Mi sa che hai battuto la testa piuttosto forte, Falcorn. Ti pare che uno pacifico come Dog possa riuscire in un'impresa simile? Sai che facciamo? Ti accompagno a casa. Non vorrei che in questo stato ti cacciassi in qualche altro guaio. -
- Aspetta! Falco come sta? -
- Sono certo che Dog lo rimetterà in sesto. Ora andiamo, prima che succeda qualcos'altro! -
Dog lo rassicurò ulteriormente:
- Sì, puoi stare tranquillo. Fortunatamente tengo sempre a disposizione degli antidoti per qualsiasi evenienza. Quelli a disposizione non sono specifici per antagonizzare questo tipo di tossina, ma sono riuscito a bloccarla. Falco è forte, se la caverà senza grossi problemi. -
- Visto? - Concluse Zephyr.
La sentinella dell'aria prese Falco d'argento sotto braccio, rivolse un occhiolino a Dog e saltò con il generale in un portale verso l'insediamento. Il curatore rimase fermo a riflettere per un momento prima di rimboccarsi le maniche e tornare ad occuparsi di Falco, chiedendosi fra sé e sé se veramente Zephyr sarebbe tornato ad aiutarlo.

2 commenti:

  1. Dovrebbe essere un libro. Bentornata Poiana!

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    1. Ciao Sfinge cara, grazie per il bentornata. È bello ritrovarti. :)
      Sarebbe un bel sogno ma non penso che sia alla mia portata. Non saprei nemmeno come fare. 😅
      Grazie mille però. Apprezzo davvero tanto il tuo apprezzamento.
      Ti abbraccio.

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