Negli anni successivi Falco pellegrino e la sua squadra si guadagnarono l’odio di tutti i
membri di Bosco oscuro. Il figlio del generale, in particolare, non appena ne
aveva occasione, provvedeva a ostacolare e sbeffeggiare le sentinelle del bosco
nemico, suscitando la loro ira; il suo bersaglio preferito sembrava essere l’arrogante guardia reale Golden
hawk. Il generale contava molto sulle abilità di quest’ultimo e, quando tornava
in licenza, lo impiegava spesso in missioni di perlustrazione per la ricerca di
reliquie o in azioni contro i cacciatori; tali missioni, tuttavia, spesso finivano
con l’imbattersi nelle sentinelle di Piccolo bosco delle ninfe, impegnate nelle
stesse attività. Le reliquie davano importanti informazioni su Fenice e i
quattro guardiani, ma allo stesso tempo tramandavano antiche arti di
combattimento; recuperarle permetteva quindi un miglioramento eccezionale delle
capacità delle sentinelle, oltre a trasmettere informazioni su dove e quando
Fenice avrebbe fatto ritorno. Non c’era nulla di strano, dunque, se le
sentinelle dei diversi boschi entravano violentemente in competizione tra loro
per ogni informazione che le riguardasse, soprattutto se trovarle prima degli
altri voleva dire proteggere il proprio popolo dai nemici. Falco pellegrino,
Dragone e Aquila reale erano riusciti a recuperarne diverse, lasciando con un
palmo di naso i purosangue di Bosco oscuro. A rendere
la situazione sempre più intollerabile a Golden hawk era la capacità del nipote
di sfuggirgli ogni volta. Più ci provava e meno riusciva a colpirlo; meno lo
colpiva e più Falco lo derideva. Durante il loro ultimo incontro, la guardia
reale giurò che gli avrebbe fatto implorare pietà in lacrime, avvertendolo di
non abbassare mai la guardia.
Un pomeriggio di
primavera Falco pellegrino, ormai diciannovenne, se ne stava per fatti suoi
sulla spiaggia, fissando il mare. Non stava mai da solo nel Regno di nessuno, ma
quel giorno non voleva nessuno intorno a sé. Da qualche tempo lui e Pantera
avevano iniziato a frequentarsi assiduamente, ma, a causa di uno sciocco
equivoco, la ragazza lo aveva aggredito con una scenata di gelosia. Avevano
litigato violentemente e lui preferiva starsene un po’ da solo. Un’occasione
come questa era davvero ghiotta per Golden hawk, che riteneva che il ragazzo
fosse un bersaglio facile solo se trovato senza i suoi amici, anche se, da
buono scudo qual era, Falco non abbassava mai la soglia di attenzione e
sorprenderlo era tutt’altro che facile, anche in questa condizione. Golden hawk,
tuttavia, riuscì a prenderlo di sorpresa, attaccandolo con un getto d’acqua
marina. Falco evitò il colpo e scappò verso la scogliera, dove gli sarebbe
stato più facile trovare un nascondiglio. Non si sentiva abbastanza concentrato
per affrontarlo. La guardia reale lo inseguì per un breve tratto, ma si fermò
quasi subito con un ghigno stampato in faccia. Sotto i piedi del ragazzo si
aprì una voragine e una roccia di una tonnellata vi ricadde all’interno, dietro
di lui. Sentendo un grido di dolore la guardia reale si avvicinò alla voragine
e vide con soddisfazione che il masso aveva schiacciato le gambe del nipote,
impedendogli la fuga.
- Ben fatto Leopardo. C’è cascato in pieno!
–
Dagli scogli sbucò
fuori l’elementale della terra.
- La ringrazio, Signore. Il merito è Suo che
lo ha spinto nel punto giusto. –
- Era una trappola? – Falco non riusciva a credere
alle sue orecchie.
- Certo! Visto che sei più sfuggente di
un’anguilla abbiamo provveduto a bloccarti le vie di fuga. – Golden hawk
fece un cenno a Leopardo. – Procedi!
–
La sentinella della
terra spinse verso il basso la roccia che bloccava Falco. Il ragazzo gridò
forte: la pressione gli stava frantumando le ossa.
- Va bene così. – La guardia reale bloccò
Leopardo. – Permettimi di avvicinarmi.
–
La roccia fu rimossa
e Golden hawk poté scendere nella voragine insieme a Falco. Lo afferrò per
ribaltarlo sulla schiena e poterlo guardare negli occhi.
- E allora, nipote, cosa ti è successo? Non è
da te andare in giro solo. Inoltre sei distratto; conoscendoti avevo seri dubbi
sul suo funzionamento e, invece, sei cascato subito nel mio scherzetto. – Lo afferrò alla gola –
e ora che ti ho a portata di mano, cosa dovrei farti? – Strinse la presa,
godendo nel vedere il ragazzo che annaspava tentando di liberarsi. – Oh, vorrei davvero dedicarti più tempo,
credimi, ma purtroppo ho una certa fretta. Sono atteso a Bosco oscuro e dovrò
fare rapidamente. –
Falco boccheggiava,
la vista gli si annebbiava e la mente iniziava a perdere lucidità. Tentava
disperatamente di divincolarsi, ma l’unica cosa che riusciva ad ottenere era
suscitare maggiore piacere a Golden hawk, che avvertiva compiaciuto la sua
paura e stringeva con ancora più decisione.
- Che stai facendo? – Golden hawk notò che
improvvisamente il ragazzo aveva iniziato a muoversi in modo strano.
Seguì con gli occhi il braccio e la direzione della mano, rendendosi conto che
tentava di raggiungere la propria caviglia. – Cos’ha lì? Leopardo, vuoi controllare? Io… ho le mani impegnate. –
Gli occhi sfilati della guardia reale tornarono sul viso di Falco, ormai
cianotico.
Lo scudo eseguì.
Sollevò la gamba destra dei pantaloni del ragazzo e trasse da un fodero,
occultato sotto di essa, un piccolo pugnale. Quando lo mostrò a Golden hawk
questo si infuriò.
- Non posso crederci: ti ha riconosciuto! Tu,
un lurido mezzosangue, associato ai membri della nostra famiglia! – Mollò
la presa, permettendo a Falco di riprendere fiato. – E va bene. Non tutti i mali vengono per nuocere! – Esclamò la
guardia reale mentre il ragazzo tossiva violentemente, accasciato al suolo. – Anche se dovrei utilizzare quel pugnale per
reciderti la gola, rispetterò il volere del generale. Ma tu non cantare
vittoria: non posso ucciderti per ora, è vero – il tono della voce assunse
una vena malefica – ma questo non è
necessariamente un bene per te, sgorbietto! –
Lo colpì con una
tecnica spacca-scudi in pieno stomaco, facendogli perdere i sensi. Quando Falco
rinvenne si trovava a terra, senza il proprio medaglione al collo,
nell’insediamento di Bosco oscuro. Una sentinella gli girava intorno,
esaminandolo attentamente. Il ragazzo si sentiva troppo debole per aprire gli
occhi, ma riusciva a sentire i discorsi che si tenevano intorno a lui.
- …corporatura interessante. Va bene, puoi divertirti un po’ Golden hawk, ma non farti prendere troppo la mano. Così
giovane è già uno scudo di classe 4. Vale la pena di vedere se si riesce a
rieducarlo, prima di optare per eliminarlo. –
- E va bene! Mi
limiterò a prendermi qualche piccola soddisfazione, per ora. Anche perché,
pensandoci, solitamente gli scudi hanno interessanti informazioni da fornire. –
La seconda sentinella annuì.
- Certo, è stato piuttosto sfortunato ad essere
catturato proprio ora che il generale e il comandante non sono presenti. E non
torneranno prima di una settimana, povero lui. –
- E ti pareva… - Falco si lasciò sfuggire
un commento esasperato.
- Ah, ti sei svegliato, mezzosangue! –
Golden hawk lo rivoltò sulla schiena con un piede e lui tentò di soffocare un
gemito di dolore. – E’ inutile che tu ti
trattenga, caro. Grida pure! Non hai idea di ciò che ti aspetta! – Lo
afferrò dalla maglia e accostò il suo orecchio alla propria bocca per sussurrargli
minacciosamente – Ti pentirai amaramente
di avermi mostrato quel pugnale! –
- Golden hawk! – l’altra sentinella, un uomo dall’aspetto
autoritario e molto anziano, richiamò la guardia reale.
- Sì, Signore? –
- Ricorda ciò che ti ho appena detto: non voglio che
lo elimini prima che possa essermi fatto un’idea su di lui! Sai bene che, in
assenza del generale e del comandante, assumo io il comando. Mi aspetto che tu
gli estorca più informazioni possibile, senza farlo passare a miglior vita. Hai
un’intera settimana per rivalerti su di lui e divertirti. Mostraci le capacità
del ragazzo. –
- Le mie capacità? – Falco non riusciva a capire cosa volessero da lui.
- A meno che tu non preferisca riferirci subito e
pacificamente tutto ciò che sai sulle reliquie, ovviamente. – precisò la
sentinella.
- Non vi darei una qualsiasi informazione
nemmeno a costo della mia vita, sentinella che non conosco. –
- Che scortesia, hai ragione! Mi presento: sono Falco
peregrinus, fratello minore del defunto generale Falco dorato. Normalmente vivo lontano
da Bosco oscuro, ma, le rare volte in cui il generale e il comandante devono obbligatoriamente
allontanarsi, torno per mantenere l’ordine nel Bosco. –
- Insomma, praticamente ho una famiglia di squilibrati
che vogliono farmi a brandelli e, l’unica volta che quel traditore che dice
di essere mio padre mi occorre qui, sta altrove a fare chissà cosa. Evviva! –
L’anziano gli si
rivolse divertito. – Il generale è
impegnato in un importante raduno con le alte cariche dei Cento Boschi. Per
quanto riguarda me, non ho alcun motivo di lasciare che Golden hawk ti faccia a
brandelli, se in cambio mi dai qualche informazione interessante. Sei pur
sempre un mio nipote e anche un soggetto molto interessante. –
- In che senso? –
- Sei ancora un ragazzino, eppure hai una struttura
molto massiccia, adeguata ad uno scudo, ma precoce in uno così giovane. Mi
dicono che sei anche agile e sfuggente e che possiedi anche buone capacità
offensive. Hai le basi per essere una sentinella di prim'ordine! D'altronde,
vedo che così giovane sei già riuscito ad entrare nelle squadre speciali. Non è
un’impresa da poco, nemmeno a Piccolo bosco delle Ninfe! –
- Peccato solo che sia un mezzosangue e che stia dalla
parte sbagliata dello schieramento. – sottolineò Golden hawk.
Falco peregrinus
sorrise alla guardia reale.
- Non te lo faccio uccidere ugualmente, Golden hawk, mi dispiace. –
- Ma non è giusto! Sono anni che gli do la caccia e quando
tornerà il generale mi toccherà lasciarlo andare di nuovo. Gli ha dato il
pugnale, ciò vuol dire che vuole proteggerlo. –
- Quando tornerà il generale tu avrai terminato i tuoi
giorni di licenza. Inoltre mancano sette giorni. Avrai la tua soddisfazione! E’
altamente improbabile, se non impossibile, che uno scudo resista così a lungo
alle attenzioni di un membro della nostra famiglia. Men che meno se si tratta
delle tue. Non credi che costringerlo a rivelare informazioni riservate sia già
una bella soddisfazione? –
La bocca di Golden
hawk si sollevò in una smorfia compiaciuta, accentuata dall’ansia che individuò
in Falco.
- Be’, sempre meglio di niente! Ora a lavoro: non
vedo l’ora di dare il benvenuto al nipote! – Afferrò nuovamente Falco per la
gola. – Ti ho giurato che mi avresti
implorato in lacrime di avere pietà di te e così farai! –
- Non crederci troppo, resteresti deluso. – Biascicò il ragazzo
di nuovo senza fiato.
- Adoro la convinzione e la stupidità degli
scudi, soprattutto quando si sgretolano piano piano sotto le mie mani. – lo
colpì con una ginocchiata nel basso ventre e lo lasciò ricadere a terra. – Zebra, occupati di lui! Voglio che sia
perfettamente in forma prima di iniziare a giocare. -
Il
curatore si avvicinò al ragazzo per eseguire l’ordine, tentando nel contempo di
farlo ragionare.
-
Figliolo, faresti bene ad arrenderti
subito e dirgli tutto ciò che sai. Sei troppo giovane per certe cose. -
-
Un buono scudo non si arrende mai! Non ho
nessuna intenzione di dargliela vinta. –
- Ma tu sei un ottimo scudo,
tuttavia l’abilità da sola non serve; occorre anche l’intelligenza e ostinarsi
a resistere ora sarebbe solo un’azione molto stupida. Otterrà ugualmente ciò che vuole. Nessuno penserà male di
te se parli ora, te lo assicuro! –
Falco
non disse nulla. Si limitò ad abbassare lo sguardo con aria seria e
determinata. Il curatore stava terminando di curare le ferite e le fratture del
ragazzo.
-
Non c’è modo di farti cambiare idea,
vero? –
Il
ragazzo tacque ancora, mentre si rimetteva in piedi.
-
Non perdere tempo, Zebra. La
testardaggine degli scudi è nota in tutto il Regno. Se poi a questo aggiungi
che si tratta pur sempre di un falco pellegrino... - Golden hawk ghignava, pregustando il
momento in cui l’avrebbe fatta pagare al ragazzo. – Andiamo a mangiare qualcosa ora. Farai bene a farlo anche tu,
mezzosangue; potrebbe essere uno dei tuoi ultimi pasti, finché ti trovi qui.
–
Una
sentinella afferrò Falco dalla maglia, spintonandolo in avanti, verso l’area
dei pasti. Il ragazzo, costretto a sedere accanto a Golden hawk, non si trovava
in una situazione facile e non aveva appetito, ma accettò il piatto che gli
veniva porto da Black panther, anche lei visibilmente preoccupata per ciò che
stava accadendo.
-
Lei è la madre di Pantera, vero? – Le
chiese educatamente il ragazzo.
Lei
annuì.
-
Ha sue notizie, per caso, Signore? –
Chiese speranzosa.
-
Sta molto bene. Non deve preoccuparsi.
–
-
Veramente, un motivo per preoccuparmi lo
avrei. – La donna lo guardò quasi supplicante. – Non affronti il Signor Golden hawk, Signore. Faccia ciò che Le chiede.
Le farà molto male se non si arrende! –
-
Basta così, donna! Torna al tuo lavoro e
non impicciarti! – Golde hawk la sgridò. Pose il braccio destro intorno
alle spalle del ragazzo e lo trasse verso di sé – Io e il nipote ci divertiremo un sacco, invece! – disse con voce sempre più sadica.
Leopardo
si fece sfuggire una smorfia divertita. Ripensando poi a cosa aveva detto il
ragazzo gli parlò.
-
E così hai notizie di mia figlia. Allora
perché non ce ne dai qualcuna, finché sei ancora in grado di parlare? –
- Non vedo perché dovrei! –
- Perché te lo sto chiedendo
gentilmente. –
Anche
Falco grigio si inserì nel discorso.
- Ne dovrebbe avere parecchie di informazioni,
Leopardo. Sembra che sia la sua ragazza. –
- E tu come lo sai?
– Chiese irritato il ragazzo mentre lo zio lo osservava ghignando.
-
Ti sei dimenticato che siamo telepati,
ragazzino? Curioso che tu non abbia ancora sviluppato questo potere. Forse
dipende dal fatto che sei un mezzosangue. –
-
Stai insieme a mia figlia? – Leopardo
sembrava sul punto di dare di stomaco.
-
Perché, la cosa ti arreca disturbo? –
Il ragazzo appariva sempre più nervoso. – Non
mi pare che tu abbia mosso un dito quando è stata esiliata. Cosa te ne dovrebbe
importare adesso di lei? –
-
Senti, senti quanto è aggressivo questo
moscerino. Bisognerà davvero che gli insegni le buone maniere! – Golden
hawk, finito di cenare, si era alzato in piedi al lato del ragazzo e ora si
preparava ad attaccarlo.
Falco
deglutì nervosamente, ponendosi in assetto da difesa. Privo del proprio
medaglione e dei propri poteri, non aveva alcuna via di fuga. Avrebbe potuto
tentare di evitare i colpi, ma quanto a lungo avrebbe resistito? Gli
serviva un’idea e in fretta. La guardia reale si stava scrocchiando le ossa del
collo e delle mani, fissandolo crudelmente nell'attesa di una qualsiasi sua
mossa. Falco restava immobile senza osare muovere un muscolo. Restarono così
alcuni minuti, finché Golden hawk non decise di attaccare: si scagliò sul
ragazzo con una serie di pugni che lui evitò. Falco saltò al riparo in mezzo
all'area dei pasti, tenendo sotto controllo la situazione intorno a sé.
L’anziano fratello di Falco dorato lo osservava attentamente, studiando ogni
sua mossa. Lo vide schivare abilmente gli attacchi di Golden hawk, tentando
anche di rispondere, finché, alla fine, la guardia reale non riuscì a colpirlo:
Golden hawk riuscì infatti a bloccargli i piedi a terra con una lastra di
ghiaccio, impedendogli di sfuggire ancora agli attacchi. Avendolo in pugno, gli
si avvicinò lentamente, ponendogli entrambi i palmi delle mani sull'addome.
Sollevò gli occhi fissandoli in quelli del ragazzo e, appena incrociato il
suo sguardo, rilasciò un’onda di energia gelida dalle estremità. Il nipote
cadde indietro sotto l’effetto del colpo, con le braccia aperte e la schiena al
suolo. Golden hawk lo bloccò a terra con una serie di anelli di ghiaccio sugli
arti e al collo.
-
Spero per te che qualcuno ti abbia
insegnato la tecnica delle ali glaciali, ragazzino. È l’unica che adesso possa
aiutarti a liberarti. – lo colpì ripetutamente allo stomaco – Ops, che sciocco! Dimenticavo che si tratta
di una tecnica da arieti e che, in ogni caso, tu sei privo dei tuoi poteri, al momento. – La guardia reale mostrò al ragazzo il medaglione che gli aveva tolto e, immediatamente dopo, gli lanciò contro una serie di tecniche
spacca-scudo, per poi porgli una
mano sul viso – Bene, ora vediamo di
individuare i tuoi punti deboli. –
- Io non ho punti deboli! Sono
uno scudo! –
Golden
hawk rise di gusto. Una risata fredda, spietata.
-
Tutti hanno dei punti deboli. Soprattutto
gli scudi. –
Prese
a passargli la mano lungo il corpo, effettuando una certa pressione. Gli
effetti delle spacca-scudo avevano reso il ragazzo ultrasensibile al dolore e
lui sapeva bene come agire per individuare le parti deboli. Osservò le reazioni
di Falco mentre gli tastava tutto il corpo, soffermandosi laddove vedeva il
ragazzo irrigidirsi e contrarre la mascella. Terminò il suo esame e riprese a
colpirlo con pugni e calci sul corpo e sul viso. Si placò osservando un rivolo
di sangue fuoriuscire dalla bocca della sua vittima. Decise di lasciargli
qualche secondo per riprendere fiato prima di ricominciare con altrettanta
violenza.
-
Allora mezzosangue, non vuoi ancora dirmi
nulla? Io ho appena iniziato a scaldarmi, mentre tu mi sembri già malconcio.
-
-
Non ti dirò proprio un bel niente, né
adesso né in seguito, razza di macellaio! –
- Come preferisci. Mi fai solo un
piacere. Più tu ti ostinerai, più a lungo io mi divertirò a tue spese.
–
Gli
pose una mano sull’emitorace sinistro e vide il ragazzo spalancare gli occhi
terrorizzato.
-
Terza e quarta costola. Devi aver preso
una gran brutta botta qui. Fortunatamente si sono saldate bene; oppure no? –
Ancora
una volta un ghigno sadico comparve sul volto della guardia reale, mentre dalla
mano che aveva posto sul corpo di Falco lanciava un’altra scarica di
energia. Lo sentì gridare atrocemente e continuò a colpirlo con violenza sempre
maggiore nello stesso punto, mentre lui si contorceva tentando di liberarsi. Si
fermò di nuovo e lo osservò tossire violentemente.
-
Per essere uno che non ha punti deboli, ti
agiti parecchio. – Golden hawk afferrò Falco dai capelli, ruppe gli anelli
che gli fermavano il collo e tirò la testa del ragazzo verso di sé. – Devo ancora vedere che effetto ti fa essere
colpito al ginocchio e alla spalla destra, ragazzo. Per ora ne ho individuati solo tre, ma sappi che non ho nemmeno cominciato a giocare con te. –
Vedendo
che il ragazzo non rispondeva, lo bloccò nuovamente al suolo e vide il suo
respiro accelerare. Tornò all’attacco, stavolta colpendolo con una serie di
calci. Andò avanti così diversi minuti prima di essere fermato da Falco
peregrinus.
-
Basta così! Se continui in questo modo lo
ucciderai e sai bene che non è questo il nostro scopo. –
Golden
hawk si placò. – Bene. Mi sono stancato oggi. Andrò a dormire e
riprenderò domani, se la notte di tregua non servirà a farlo diventare più ragionevole. -
Liberò Falco dagli anelli che lo ancoravano al suolo e lo sollevò in aria con il braccio destro per osservare al meglio gli effetti del suo lavoro. Prima di lasciarlo andare, decise di sferrargli ancora un pugno sulle costole che aveva individuato come punto sensibile. Il ragazzo emise un grido, un colpo di tosse e perse nuovamente i sensi.
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