martedì 5 marzo 2019

Non disturbare il curatore a lavoro (prima parte)




Erano trascorsi pochi giorni dall'arrivo di Pantera a Piccolo Bosco delle Ninfe, ma la ragazza aveva già conquistato Gazzella, la sua squadra e buona parte delle sentinelle per la sua intraprendenza e la volontà di imparare. Gazzella aveva deciso di prenderla sotto la sua stretta protezione e insegnarle a usare i suoi poteri insieme a Puma, essendo la ragazza un'Invisibile, come l'amica; fu per questo che la giovane Pantera iniziò a vivere nel Regno di Nessuno insieme alle donne e i figli. La convivenza con Falco pellegrino, tuttavia, si rivelò da subito meno pacifica di quanto sarebbe potuto sembrare dal loro primo incontro. I due, infatti, sembrarono essere piuttosto incompatibili caratterialmente: ogni occasione era buona per litigare e becchettarsi e Falco era sempre scontroso e poco disponibile nei confronti di Pantera.  La rottura definitiva sembrò arrivare quando, iniziati a padroneggiare i poteri ed apprendere le tecniche, la ragazza iniziò ad allenarsi con il giovane ibrido, atterrandolo una prima volta e tutte quelle successive.
- Bene così, Pantera! Stai imparando in fretta. - Gazzella elogiò la giovane, sorridendo soddisfatta. Altrettanto entusiasmo, però, non dimostrò verso il figlio. - Falco, mi stai deludendo molto! Ti fai atterrare da una ragazza che non ha mai combattuto prima. Cosa succederà quando ti troverai nuovamente di fronte gli uomini di Bosco oscuro o a delle sentinelle oscure? -
Falco se ne andò sbuffando, senza dire nulla, per sfuggire agli sguardi severi della madre e della sua squadra. Zephyr, che seguiva attentamente gli allenamenti, lo guardò allontanarsi e osservò:
- Sai, Gazzella, credo che tuo figlio sia geloso. -
- Geloso? - Gazzella lo guardò interrogativa. - E di cosa dovrebbe mai essere geloso, scusa? -
- Mah, forse è solo una sensazione... -
Zephyr seguiva il filo dei propri pensieri. Emise un sospiro, si girò a cercare con lo sguardo Pantera e si rese conto che non era più con loro.

Quando Falco ebbe messo abbastanza distanza fra lui e le donne, sbottò.
- Non la sopporto più! Accidenti, dovevo farmi gli affari miei e lasciare che Bosco oscuro la riprendesse! - il ragazzo dava forti pugni su uno scoglio, mentre le onde del mare gli bagnavano a intervalli i piedi sulla battigia. - E poi, che farà mai di tanto incredibile? Mia madre non ha mai elogiato qualcuno così tanto. Anzi, lei non elogia mai nessuno! -
Si fermò a riprendere fiato, pensando alla severità della madre e al modo in cui si comportava; si rese conto che, in realtà, l'unico a non aver mai ricevuto una parola di encomio da parte sua era proprio lui. Diede un altro pugno allo scoglio, restandovi poggiato così, testa bassa e sguardo scuro.
- Non sarei dovuto intervenire! Avrei dovuto lasciare che se la sbrigasse da sola. Pazienza se l'avessero presa! -
Stava ancora rimuginando a denti stretti, quando, da sopra lo scoglio, sentì una voce conosciuta.
- Non è affatto carino ciò che stai dicendo! -
Sollevò lo sguardo e si ritrovò Pantera, seduta a gambe incrociate sulla roccia davanti a lui, che lo guardava con aria mortificata. Emise una sorta di grugnito di rabbia e si girò per andarsene, bloccandosi al suono della voce della ragazza.
- Non è colpa mia se tua madre ce l'ha con te! -
Si rigirò di scatto.
- Non ce l'ha affatto con me! È solo che vuole che mi impegni di più. Lo fa per il mio bene! - Scostò gli occhi abbassandoli solo un momento, ma abbastanza perché la ragazzina si rendesse conto che lui stesso non era convinto di ciò che diceva.
- Mi dispiace. Non volevo metterti in difficoltà con lei. Immagino che... -
- Senti, non mi hai messo in nessuna difficoltà! Ci siamo allenati, ho sbagliato il tempo di reazione, mi hai atterrato e lei me lo ha fatto notare. La prossima volta non accadrà. -
- Se vuoi ci riproviamo subito, se prima non ti ho fatto troppo male. -
Pantera non aveva imparato ancora il controllo e ogni colpo inflitto e non parato arrivava rovinosamente a segno, mentre avrebbe dovuto fermarlo poco prima di colpire il bersaglio. Proprio per questo si allenava con il giovane scudo. Falco stava sanguinando da un braccio, aveva un occhio nero e numerosi altri lividi sul corpo, ma era il minimo che sarebbe potuto accadergli durante un qualsiasi normale allenamento.
- Figurati. Non mi faccio mai "troppo male", io! -
Lo sottolineò con una nota di orgoglio, tenendo la testa alta, allargando le spalle e impettito come un galletto. Gazzella lo osservava perplessa e notò che improvvisamente aveva iniziato ad annusare l'aria con fare curioso, come se qualche odore lo infastidisse.
- È tutto a posto, Falco? -
Vide gli occhi del ragazzo spalancarsi d'improvviso e lui saltarle incontro gridando:
- Sta giù! -
Qualcosa li sfiorò in picchiata per risalire verso l'alto. Il giovane ibrido, buttatosi su di lei per proteggerla, sollevò lo sguardo ed emise un forte e violento soffio dalla bocca, minacciando qualcosa al di sopra di loro. Pantera se lo tolse di dosso e guardò nel punto fissato da lui. Sbiancò come un lenzuolo.
- Una... Una sentinella oscura! E lì ce n'è un'altra! -
Indicò un punto alle spalle di Falco, il quale si stava rimettendo in piedi.
- E hanno anche l'aria di essere  molto potenti! - aggiunse il ragazzino. - Non abbiamo molte alternative, dobbiamo combatterli! -
Si misero in guardia.
- Falco... - Pantera emise un mugolio terrorizzato. - Conosco quei due! Vengono da Bosco oscuro. -
- Cacciatori di Bosco oscuro? - Falco apparve alquanto contrariato.
- Sì. Drago nero e Poiana. Sono reietti di Bosco oscuro che sono diventati sentinelle oscure. Sono acerrimi nemici della famiglia del Generale. -
- Di bene in meglio! Spero che non notino la somiglianza. -
Che l'avessero notata o meno, i due cacciatori non si fecero attendere e attaccarono nuovamente i due ragazzi. Drago nero, la sentinella oscura che aveva tentato il primo attacco fisico, scese nuovamente in picchiata su di loro, stavolta con più decisione e delle lame di roccia fra le mani. Falco parò l'attacco con altrettanta decisione, rigettando indietro il nemico.
- Uno scudo? Questa sì che è una sorpresa. Assomigli molto a un Falco Pellegrino, ragazzo, ma non ci sono scudi in quella famiglia. - il cacciatore era visibilmente stupito.
- L'ha notata! - esclamarono all'unisono Falco e Pantera.
La seconda sentinella oscura gli piombò alle spalle, colpendo Falco con un calcio sulla nuca. Il ragazzo cadde in avanti e, mentre cercava di rialzarsi, il drago lo afferrò dai capelli e lo sollevò verso di sé.
- Ma sì, sei proprio un lurido Falco Pellegrino. Strano! Con quella divisa addosso, poi. - lo osservava con disgusto e rabbia.
Lo colpì con veemenza, scaraventandolo fra le braccia dell'altra sentinella oscura, un uomo dall'aria crudele.
- Occupati di lui, alla ragazza penso io! -
Pantera, paralizzata dal terrore, non sapeva cosa fare. Stava imparando, ma non aveva mai combattuto sul serio fino a quel momento e quelle poche tecniche che aveva imparato non sarebbero mai bastate contro due cacciatori assetati di sangue. Decise di tentare qualcosa, sperando che potesse almeno servire a liberare Falco. Forse in due avrebbero potuto salvarsi. Richiamò a sé i suoi poteri, evocando un'enorme pantera di ghiaccio. Questa attaccò i due cacciatori, che, come previsto, non si lasciarono minimamente intimidire. Tuttavia, qualcosa accadde: mentre il cacciatore Drago nero era impegnato a distruggere il gelido felino, due masse di sabbia serpentiformi si sollevarono dalla spiaggia, afferrando e bloccando i due cacciatori. Mentre questi si divincolavano le due masse si tesero indietro, come l'elastico di una fionda, per poi scaraventarli lontano in mare. Falco e Pantera si voltarono e videro Dog.
- Adoro questa tecnica! Non se la aspettano mai. -
Si avvicinò ai due ragazzi e aiutò Falco a rialzarsi; Poiana lo aveva lasciato cadere da una grande altezza mentre veniva sbalzato via e il curatore aveva notato una strana angolazione nella gamba.
- Tutto ok, Falco? Fammi dare un'occhiata. - osservò attentamente il ragazzino e poi emise la sua diagnosi. - Mmmh, ti sei fratturato la gamba sinistra ed hai parecchie escoriazioni, ma non è nulla di grave. Dovrei poterti rimettere in sesto senza bisogno di rientrare al bosco. Andiamo al bar, lì dovrei avere tutto l'occorrente. Non è prudente aprire un varco con i cacciatori nei dintorni; potrebbero deviarlo. -
Utilizzò il suo potere curativo per saldare la frattura e si incamminò con i ragazzi. Afferrò Falco dal fianco sinistro, portandosi il suo braccio destro intorno alle spalle in modo tale da dargli un sostegno in più, ma lui si discostò subito, riprendendo a camminare solo.
- Non lo sai? Non si fa mai troppo male, lui! - spiegò canzonante Pantera al curatore.
- Ma davvero? - lo guardò con aria di rimprovero, ma lasciò che il ragazzino camminasse solo. Quando arrivarono finalmente al bar, in quel momento chiuso, Falco era stremato. Dog aveva guarito la frattura, ma aveva concentrato il suo potere unicamente su quella, così da non consumare troppa energia e restare pronto nel caso fossero stati attaccati mentre si trovavano allo scoperto. Dog lo mise a sedere e andò dietro al bancone, dove tirò la solita serie di leve; la scaffalatura si mosse lasciando spazio allo scomparto dei medicamenti e il curatore iniziò a trarne ciò che riteneva utile. Mentre armeggiava, un colpo fece venir giù la porta del locale. I due cacciatori erano arrivati fin lì.
- Va bene bussare quando si entra, ma un po' di delicatezza in più non avrebbe guastato. - Dog si lamentò per la porta a terra.
- Oh,  be', non ti servirà a molto la porta nel regno degli Spiriti, curatore. -
Drago nero aveva un'aria tutt'altro che rassicurante e i due ragazzi si misero nuovamente in allerta. Il curatore fece qualche passo indietro.
- Immagino che siano questioni da sentinelle... -
I due ragazzi attaccarono e vennero sbalzati indietro da un colpo violentissimo. Falco alzò la testa e si rese conto che qualcosa non andava. Anche i due cacciatori erano a terra e piuttosto malconci, anche. Il colpo non era arrivato da loro e, anzi, li aveva colti di sorpresa centrandoli. Una lastra di ghiaccio aveva ricoperto l'interno del locale e, quando la visibilità tornò a permetterlo, i presenti videro Falco grigio in piedi davanti l'ingresso, con un'espressione che non prometteva nulla di buono.
- Ma che bello! Tre reietti, per di più due passati dalla parte dei distruttori, un ibrido e un curatore. Giornata proficua! -
Dietro di lui apparverò anche il comandante Silver hawk, Black hawk e un altro fratello del generale, White hawk, con tutte le rispettive squadre. Il comandante si rivolse alle sentinelle oscure:
- Non vi dispiace se dei ragazzini ci occupiamo noi, vero? Abbiamo un conto aperto. - fece cenno agli altri tre componenti della sua squadra di attaccare i cacciatori e si diresse verso Falco e Pantera. Guardò il giovane ibrido con disgusto.
- Stavolta non ci sarà nessuno a proteggerti, mezzo sangue! -
Gli si scagliò contro, ma venne intercettato da Dog sul cui viso si era palesata un'espressione indefinibile.
- Loro mi buttano giù la porta del locale e voi attaccate i miei pazienti con faccia tosta e arroganza, proprio davanti a me! - respinse indietro il figlio del generale e lo fissò negli occhi con disappunto. - È inutile, voi di Bosco oscuro non cambierete mai! -
- Fatti da parte... -
Silver hawk non fece in tempo a finire la frase. Fu avvolto da una luce verde di un'intensità mai vista; l'aurea del curatore era esplosa in tutta la sua grandezza e, non è ben chiaro come, poiché i presenti non riuscirono a vedere né a rendersi conto di nulla, in un momento tutte le sentinelle di Bosco oscuro, cacciatori compresi, furono catapultati fuori dal bar, più morti che vivi.
Dog si calmò, riprese il controllo della sua aurea e si sistemò i capelli indietro.
- Ecco, non mi sarei dovuto mettere in mezzo e invece mi avete fatto perdere le staffe! Non si irrompe in un'area di cura, disturbando un curatore a lavoro. Non è rispettoso! -
Falco e Pantera, ancora abbagliati dall'aurea di Dog, stavano tentando di capire cosa fosse successo, ma il curatore li rispinse dietro di sé e rimise la porta al proprio posto, senza dargli tempo per le domande.
- Bene, - Dog aveva ripreso il controllo di sé e sorrideva soddisfatto - dubito che si faranno rivedere tanto presto da queste parti!  -
- Dog, ma cosa...? - Falco pellegrino tentò di parlare ma l'amico gli pose in dito sulla bocca, facendogli segno di tacere.
- Voi due non avete visto niente e nulla di tutto ciò è mai accaduto, vero? -
I due ragazzi, ammutoliti, fecero cenno con la testa.
- Bene! Ora vi preparo qualcosa di forte per rimettervi in sesto e poi torniamo al Bosco. -

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