sabato 3 febbraio 2018

Sei proprio tu, papà? (Quarta parte)

Il giorno successivo, Falco pellegrino era di nuovo perfettamente stabile sulle sue gambe. Zebra non poteva credere ai suoi occhi. 
Anche Dragone e Aquila si erano ripresi quasi completamente, per cui li mandò da soli a fare colazione, raccomandandosi però di non sforzarsi troppo.
Andando verso l’area dei pasti, i tre ragazzi intravidero Falco d'argento mentre dava le ultime indicazioni alle truppe. Qualcosa nell’allenamento mattutino non doveva averlo soddisfatto pienamente. Terminata l’ispezione e dopo una rapida doccia, anche il Generale, insieme ai suoi Consiglieri, si recò a fare colazione.  Le donne avevano già allestito tutto.
Vedendo arrivare il padre, Falco si alzò per allontanarsi, ma fu afferrato da un braccio e fermato, proprio da Falco d’argento. Il ragazzo stava per dire qualcosa quando, al centro dell’area, si aprì un varco dal quale fuoriuscirono Gazzella, Puma e Colomba.
Le tre  donne vennero immediatamente circondate dalle sentinelle di Bosco oscuro, alcune delle quali si lasciarono scappare  qualche apprezzamento poco elegante. Falco grigio si avvicinò alle donne con atteggiamento minaccioso e impertinente.
- Che ci fanno delle belle bamboline come queste a Bosco oscuro? – 
- Attento a quelle “bamboline”, Falco grigio, potresti rimetterci la tua virilità prima ancora di rendertene conto. – Ammonito il fratello minore, Falco d’argento ordinò a Silver hawk di trattenere i ragazzi ed avanzò verso le tre donne. – Che grande piacere avervi qui con noi, care signore. Vi ho lasciate come  ragazze e vi ritrovo donne. -
Gazzella lo fissava austera, mal celando il suo disprezzo per quell'uomo. 
- Generale Falco d'argento! Il piacere è tutto suo e dei porci che la accompagnano. -
Gli uomini di Bosco oscuro cominciarono ad avanzare, attendendo un segnale del Generale per attaccarle e far pagare l’affronto. Falco d’argento, dal canto suo, si limitò ad un sorrisetto canzonatorio.
- Sempre gioviale come un cobra che difende la sua preda, mia cara. Dovresti provare a rilassarti, ogni tanto. –  
- Mi rilasserò quando mi renderai mio figlio! –
- Zephyr ti ha recapitato il mio messaggio, dunque. Temevo avesse paura di farlo.
Gli uomini di Bosco oscuro risero, ma un gesto di Falco d'argento li richiamò all'ordine. 
- Rendimi mio figlio! –
- Non pensi che te ne saresti dovuta preoccupare prima che venisse ferito? –
- Se tu tenessi a bada i tuoi tagliagole, lui non sarebbe rimasto ferito! –
- Se tu lo avessi tenuto sotto controllo, lui non sarebbe incappato nei miei uomini! –
- Per l’ultima volta, rendimi mio figlio!
Il tono di Falco d’argento si fece più aggressivo. - Tuo figlio è anche mio figlio! – Le piombò davanti portandosi faccia a faccia con lei. – A proposito, spero che il mio rito di passaggio sia stato commovente. Hai fatto un bel discorso toccante in mio onore? –
- Quello che ho fatto o detto è stato solo per proteggerlo!
- Proteggerlo da chi? Da me? Da suo padre? – Senza nemmeno rendersene conto, Falco d'argento aveva alzato la voce fino a gridare. Quell’ultima frase, in particolare, era stata detta con un’enfasi che non passò inosservata a nessuno dei presenti, tanto più che l'energia negativa che aveva rilasciato aveva ricoperto di ghiaccio qualsiasi cosa nell'arco di cinquecento metri, costringendo le sentinelle a proteggersi. Solo Gazzella aveva continuato a fissarlo faccia a faccia senza discostarsi un solo momento.
Zebra, accorso attirato dalla confusione, si avvicinò al Generale per calmarlo. Lo incoraggiò a riassumere il controllo di sé, poiché mostrarsi destabilizzato agli occhi di Bosco oscuro, avrebbe potuto avere effetti nocivi sul riconoscimento della sua autorità da parte delle sentinelle. 
Falco d'argento tirò un respiro profondo e ritrovò il dominio di sé.
- Vuoi portarli via, ma hai provato a chiedere ai ragazzi la loro opinione? Magari vorrebbero restare con i propri padri, ora che sono miracolosamente tornati dal Regno degli Spiriti. -
- Figuriamoci! - rispose sprezzante Gazzella, per nulla intimorita dalla manifestazione d'ira di Falco d'argento.  -Il loro posto è a Piccolo bosco delle Ninfe, con noi. -
- In ogni caso, non si sono ancora ripresi completamente dalle ferite. –
- Bene! Dog se ne occuperà, come sempre. –
- Zebra ha iniziato le cure e Zebra le porterà a termine!
Mentre i due continuavano la discussione, le sentinelle osservavano sempre più nervose. Quella donna stava tenendo testa al loro Generale. Il battibecco continuò ancora diversi minuti, finché un gruppo di uomini, capitanati da Falco grigio e fra cui c'erano altri fratelli e nipoti del Generale, non ne poté più. 
- Insomma! Come può essere concesso ad una donna un simile comportamento? Tutto ciò è assolutamente oltraggioso!
Falco d'argento, senza minimamente scomporsi, fece cenno con la mano a Gazzella di aspettare un momento e si voltò a rispondere al fratello. 
- Pensi che sia il caso di prevalere con la forza, Falco grigio? Sai che ti dico, hai ragione! Accomodati pure. Sottometti queste donne!
Si fece da parte e lasciò spazio ai fratelli e agli altri uomini, tutti atterrati nell’arco di pochi minuti.
Gazzella sbottò:
- Basta con queste stupidaggini, non ho tempo da perdere! Voglio solo riavere indietro i ragazzi, così potremo tornare ognuno alle proprie vite, lontani gli uni dagli altri. –
Falco d’argento, incoraggiato da Zebra, fece cenno al suo primogenito di lasciare andare i ragazzini. Falco, ancora dolorante, restò indietro rispetto agli amici. Quando arrivarono dalle proprie madri, esse li ispezionarono per valutarne le condizioni. Fatto ciò, Colomba e Puma presero sotto braccio i figli e aprirono il portale per Piccolo bosco delle Ninfe, traversandolo con loro. Tornando a casa, Dragone e Aquila si voltarono indietro a guardare con tristezza i rispettivi padri.
Mentre Gazzella terminava di controllargli una ferita sotto l’occhio, Falco pellegrino le chiese per quale motivo gli avesse mentito.
- Ne parleremo a casa, Falco. Ora andiamo! – 
Il ragazzino non si mosse, ma chiese spiegazioni più insistentemente.
- Perché mi hai raccontato che era morto in missione? Che bisogno c'era?
Il tono di Gazzella, già abbastanza concitato, si fece più severo.
- Ti ho detto che ne parleremo a casa! -
Falco si agitò ancora di più. 
- Perché mi hai mentito? Ho il diritto di saperlo! –
- Ora basta, Falco!
Nello scatto d’ira, la madre assestò al figlio un forte schiaffo sulla guancia.
Dopo un breve silenzio, si sentì una voce fioca.
- Perdonami, madre. – 
Il ragazzo, mortificato da quel gesto, si scusò, tenne con la mano il punto offeso dalla madre e seguì la donna nel portale, a testa bassa.
Zebra si accostò nuovamente al Generale, sussurrandogli nell'orecchio. 
- “Dolce e timida, quasi fragile”, Signore? Comunque è senza dubbio chiaro da chi il ragazzo abbia preso il suo carattere.-
Una risata canzonatoria si levò in tutto l'insediamento, rompendo il silenzio imbarazzante lasciato dalle donne. Le sentinelle derisero Falco grigio e gli altri uomini atterrati da Gazzella, Puma e Colomba, ma l'arroganza li portò a prendersela anche e soprattutto con quel ragazzino ibrido, schiaffeggiato in pubblico dalla propria madre.
Una sentinella più di tutti, Black hawk,  fratello completo della guardia reale Golden hawk, forzò la mano sul discorso. 
- Assurdo che si sia lasciato trattare così da una donna. Quel ragazzino se l'è fatta sotto al pari di una femminuccia piagnucolosa! -
Nell'ilarità generale, Falco d'argento continuava a fissare il punto in cui si era richiuso il portale verso Piccolo bosco delle Ninfe.
- Non posso credere che lo abbia schiaffeggiato davanti a tutti. - disse in tono assorto. - Non ha pensato minimamente a cosa possa significare per lui una tale umiliazione? -
Zebra, rimasto vicino a lui, non poté che condividere il suo pensiero.
- Colpito da una donna davanti all'intera Bosco oscuro... Mi chiedo se quel ragazzo troverà il coraggio di farsi rivedere in giro. -
Sentendo ancora ridere le sentinelle di Bosco oscuro, Falco d'argento si spostò verso la sorgente di tutto ciò. La folla si apriva lentamente per lasciarlo passare e gli uomini cui si avvicinava ammutolivano. Ad ogni passo, il terreno dietro di lui veniva ricoperto di un pesante strato di spesso ghiaccio. Continuò a muoversi finché non raggiunse Black hawk, ancora ilare nei confronti del ragazzo. Incrociò le braccia sul petto fissandolo rabbiosamente, mentre la sua aurea gelida lo avvolgeva in un'abbagliante luce azzurra. Lui si voltò a guardarlo e ammutolì. Scrocchiandosi le dita, Falco d'argento parlò al fratellastro con freddezza crudele.
- Non sono tua madre, ma sono certo che comprenderai ugualmente il tuo errore. -
Passò poco più di un minuto e Dragoon e Golden eagle dovettero intervenire per placare l'amico, mentre Zebra, sospirando, trascinava Black hawk in infermeria.

4 commenti:

  1. Amore, scusami ma mi sono persa le ultime puntate tra una cosa e l'altra. Spero di riuscire a rimettermi in... riga presto!
    Ciaoooo

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    1. Ciao Patrizia, si è sentita la tua mancanza. Non preoccuparti, è più che normale.
      Nella colonna di destra trovi tutti i capitoli (le etichette), così puoi riprendere il filo, se hai tempo. Appena mi tranquillizzo rimetto in link alla fine di ogni post.
      Ti abbraccio :*

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