Gazzella si era addormentata. Doveva essere molto stanca dopo quella giornata. Il principe di Bosco oscuro dapprima si soffermò ad osservare i figli, poi si sdraiò accanto a lei e la abbracciò con delicatezza. Non aveva sonno, desiderava unicamente sentire il contatto con il corpo della sua donna, sentire che c’era, il suo respiro e il battito del suo cuore. Come avrebbe potuto perderla?
La piccola Gazelle si svegliò piangendo e svegliò anche Falco pellegrino e la madre. Quest'ultima rimase nuovamente allibita quando vide il compagno prendere entrambi i figli e condurli a dormire nel letto grande, insieme a loro. Non gli aveva mai permesso di farlo, prima. Non sapendo più cosa pensare di quello strano comportamento, Gazzella tentò nuovamente di parlargli.
- Falcorn, sei sicuro che sia tutto a posto? –
- Ne parleremo domattina. È tardi. –
Lei si rassegnò e tentò di riprendere sonno, ma fu impossibile a entrambi.
Al mattino, Falco d'argento si alzò per uscire. Si soffermò a guardare la sua famiglia che dormiva nel suo letto e ad uno ad uno carezzò i volti di tutti i membri. Si avviò verso la radura grande per la colazione, ma mangiò poco e di malavoglia. Il resto della squadra lo raggiunse.
- Buon giorno. – Salutò il principe di Bosco oscuro.
- Che ci sarà di buono… - rispose Golden eagle.
- Lo hai già detto a Gazzella? – chiese Dragoon.
- No. -
Tacquero.
Ben presto arrivarono anche Puma, Gazzella, Colomba e Horse con i rispettivi figli.
- Buon giorno. – Puma salutò con un tono squillante e allegro. – Cosa sono quei musi lunghi, avete dormito tutti male? –
- Falco d'argento, dove sei finito ieri? Hai fatto preoccupare tutti noi. – Chiese Horse.
Lui non rispose. Vedendolo così, anche Colomba lo interrogò.
- Ti senti bene? Hai un'aria strana. Cosa ti è successo? –
- È da quando è ricomparso ieri sera che è così. – rispose Gazzella nervosa. – E non vuole dire nulla. –
Falco d'argento parlò, con voce sommessa e tono vuoto. Le parole, pesanti in gola come un macigno, facevano fatica a fuoriuscire dalla sua bocca.
- Torniamo a Bosco oscuro. –
A quella frase piombò il gelo nel gruppo. Gazzella, sconvolta, gli chiese di ripetere, perché era per lei evidente che avesse sentito male.
- Torniamo a Bosco oscuro! – ripetè, stavolta con tono più deciso.
In quel momento, in tutta la radura scese un silenzio inquietante. I membri di Piccolo bosco delle Ninfe, sentite quelle parole, rimasero basiti. Ognuno di loro, senza alcuna eccezione, si voltò a guardare Falco d’argento.
- Come sarebbe a dire? – Horse voltò lo sguardo verso Zephyr che si affrettò a rispondere:
- Non io. Io resto! –
Falco d’argento stava per aggiungere qualcosa, quando Gazzella scattò in piedi come una furia e gli assestò un forte schiaffo sul viso, gridando contro di lui con tutta la voce che aveva in corpo.
- Traditori! Vigliacchi! Come potete farci questo? Come? –
Falco d’argento, incassato il colpo, fisicamente ed emotivamente, tentò di rispondere.
- Mio padre, il generale di Bosco oscuro, è rimasto mortalmente ferito in un combattimento. Mi è stato ordinato di tornare e prendere il suo posto. Gli altri devono tornare insieme a me. –
- Non posso crederci! – rispose Gazzella cercando di calmarsi. – Dopo tutto ciò che vi hanno fatto, dopo che vi hanno esiliati e cercato di uccidervi, al primo richiamo voi lasciate tutto, abbandonate le vostre famiglie e tornate lì? Ti prego, dimmi che è uno scherzo di pessimo gusto! –
- Io… - Falco d’argento esitò un momento – in realtà vorrei che voi ci seguiste. –
Gazzella non si trattenne più e gridò ancora più forte.
- Cosa? –
- Naturalmente non subito. Prima dovrei organizzarmi in modo da non farvi correre rischi… -
- Non prenderti questo disturbo. Noi restiamo qui! –
La tensione fra i due venne rotta da Horse.
- Ma perché non vi rifiutate, come Zephyr? –
- Perché non è il caso. – rispose Dragoon. - Nemmeno Zephyr dovrebbe; lui lo sa bene. –
- Cosa può accadervi di peggio che essere esiliati e ricercati per essere uccisi? –
Stavolta fu Golden eagle a rispondere.
- Per quanto possa sembrare strano, ci sono cose peggiori della morte. –
- So bene che non è facile, - riprese Falco d’argento – Ma diventando generale avrei il rispetto di Bosco oscuro, così come lo avrebbero loro in quanto miei consiglieri. Tratterebbero con riguardo anche voi e i bambini. –
- Scordatelo! – sibilò Gazzella furiosa.
Falco d'argento, a questo punto, esplose in un impeto di rabbia. Batté il pugno destro sul tavolo di pietra con una tale furia da romperlo. I bambini, che osservavano terrorizzati il litigio, a quel colpo corsero a nascondersi dietro le donne.
- Va bene, se non volete seguirci non siete certo obbligate, ma i figli verranno con noi! Hanno sangue di Bosco oscuro nelle vene e non resteranno qui! –
- No! – Gazzella lo affrontò a testa alta e guardandolo dritto negli occhi. – Non permetterò che i nostri figli diventino schiavi di Bosco oscuro, come voi! –
A quelle parole anche Dragoon e Golden eagle andarono su tutte le furie. Senza più riuscire a trattenersi, le tre sentinelle si scagliarono sulle donne per riprendere i bambini, ma in aiuto delle madri intervenne Zephyr, ponendosi nel mezzo, pronto a lottare.
- Smettetela subito! Tutto questo è inutile e fa solo più male ai nostri figli. Gazzella ha ragione, siamo tutti succubi del generale. – guardò gli amici negli occhi e aggiunse tristemente: - lo sapete bene anche voi! –
- Zephyr spostati e non t’impicciare! – Golden eagle cercò di far allontanare il compagno di squadra, ma lui fu irremovibile.
- No! I bambini resteranno qui, tutti. Per portarli via dovrete passare sul mio cadavere! –
Detto ciò si mise in posizione di difesa, pronto a dare battaglia.
Falco d'argento e gli altri si fermarono. Si guardarono tra loro e, infine, Falco d’argento disse:
- E sia Zephyr. Ti sei messo contro di noi, ma non combatterò ancora contro un mio parente. Sappi, però, che non dimenticherò la scelta che hai fatto oggi. -
Fu l'ultima frase che Falco d'argento disse a Piccolo bosco delle Ninfe. Appena terminato di parlare fece cenno a Golden eagle e Dragoon, voltò le spalle e aprì un varco per il Regno di nessuno, abbandonando definitivamente quel luogo.
Gazzella, Puma e Colomba rimasero a lungo come impietrite, senza riuscire a capire fino in fondo cosa fosse appena successo. I padri dei loro figli se n’erano andati. Lo avevano fatto davvero. La rabbia di Gazzella esplose incontenibile, senza mai placarsi del tutto.
Ciò che accadde a Piccolo bosco delle Ninfe nelle ore successive non è chiaro. Pare che un terremoto di una potenza nettamente superiore a tutti quelli che si erano verificati nel Bosco da che le sentinelle ne avevano memoria, scosse il terreno per svariati minuti, portando anche all’eruzione del vulcano sacro. Voragini lunghe chilometri spaccarono il suolo in lungo e in largo e crollarono interi pezzi di montagne. Le sentinelle della terra dovettero lavorare a lungo per rimediare a quel disastro.
Colomba, seppure forte, passò l'intero giorno in lacrime, visibilmente distrutta dalla partenza del suo compagno. Anche Puma, sebbene tentasse di nasconderlo, ebbe qualche seria crisi di pianto. L'unica che non versò nemmeno una lacrima fu Gazzella, ma ella divenne scontrosa e aggressiva come non era mai stata. Horse, sollevata dalla decisione del compagno di non partire, tentò come poteva di calmare le amiche, ripetendo che avrebbero sicuramente trovato una soluzione.
Una storia nata da un sogno (Presentazione) - Prologo - Un falco dalle piume argentee (Prima parte) - Un falco dalle piume argentee (seconda parte) - La sentinella (prima parte) - La sentinella (seconda parte) - Come tutto ebbe inizio (prima parte) - Come tutto ebbe inizio (seconda parte) - Come tutto ebbe inizio (terza parte) - Come tutto ebbe inizio (quarta parte) - Come tutto ebbe inizio (quinta parte) - Come tutto ebbe inizio (sesta parte) - Come una lepre a marzo - Non è facile fare il papà (prima parte) - Non è facile fare il papà (seconda parte) - Non è facile fare il papà (terza parte) - Guai in vista (prima parte) - Guai in vista (seconda parte) - Guai in vista (terza parte) - Guai in vista (quarta parte) - Ritorno a Bosco oscuro (prima parte) -
Hai proprio tanta fantasia e questo racconto potrebbe diventare un bel libro. Buona serata e complimenti.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa, ti ringrazio tanto.
EliminaSarebbe un bel sogno.
Ti abbraccio