Quando la mattina successiva Falco si svegliò si ritrovò su un cumulo di paglia all’interno di una grotta. L’ingresso della prigione, piuttosto piccolo, era stato chiuso da un elementale della terra tramite delle sbarre di roccia. La luce del sole filtrava attraverso l’apertura, arrivandogli sul viso. Tentò di voltarsi, ma dovette desistere per il dolore. Alzò il braccio portandoselo a riparo degli occhi. Anche quello gli faceva molto male. Restò così in attesa per un po’, chiedendosi cosa lo aspettasse. Respirava velocemente, con atti brevi e veloci. Pensava che non avrebbe mai dato a Golden Hawk la soddisfazione di estorcergli delle informazioni. Non avrebbe mai ceduto, mai! Nemmeno a costo della sua stessa vita. Emise un mugolio di dolore; per la rabbia aveva contratto i muscoli, ancora doloranti dopo gli attacchi della guardia reale. D’un tratto sentì delle voci e dei passi in avvicinamento. Tentò di sedersi, ma non fu una buona idea: Golden hawk lo aveva ridotto a un ammasso di lividi e ossa rotte. Digrignò i denti cercando di sopportare il dolore, ma si dovette rassegnare a restare sdraiato. Che fossero questi gli effetti delle tecniche dal quale il padre lo aveva messo in guardia anni prima? Non aveva mai sofferto così tanto il dolore.
- Vedo che ti sei svegliato! – Golden hawk era entrato nella cella e gli si stava avvicinando.
Fece un altro tentativo per rialzarsi, ma anche stavolta ricadde sulla schiena.
- Ma come? Sei ancora al tappeto? E io che mi aspettavo di trovarti in piedi con la tua solita aria strafottente. –
Falco non parlò. Tentò ancora di alzarsi e ancora ricadde indietro. Golden hawk lo afferrò dalla maglia e lo mise forzatamente in piedi. Lui cadde in ginocchio.
- A quanto pare le spaccascudo sono particolarmente efficaci su di te. Buono a sapersi! –
- Le spaccascudo? – ripeté Falco.
- Zephyr non te ne ha parlato? Dall’impegno che metti nello schivare tutti i miei colpi, avrei detto che sapessi di cosa si tratta. –
- Zephyr e il tuo generale mi hanno raccomandato di schivare sempre e non parare mai i colpi dei membri della famiglia a causa di tecniche che vi tramandate da generazioni. –
- Vedi che allora lo sai? –
- Non so quali siano gli effetti. –
Falco ansimava vistosamente, con il viso imperlato di sudore e Golden hawk se ne compiacque.
- Sono esattamente quelli che stai sperimentando. Le spaccascudo danneggiano il sistema nervoso del bersaglio, inibendo la sua capacità di sopportazione del dolore fisico e rendendolo ipersensibile. Più lo scudo è potente, maggiore è l’effetto della tecnica. -
- Hai danneggiato il mio sistema nervoso? – il ragazzo apparve ancora più pallido di quanto già non fosse, sebbene gli ematomi sul viso nascondessero buona parte del colorito.
- Gli effetti sono transitori, per ora, ma ti invito a non farmi perdere troppo tempo. Non tutte sono reversibili e io mi spazientisco facilmente. Ci sono tecniche che nemmeno i curatori di livello migliore sono in grado di curare. Non credo tu voglia sperimentarle! –
Golden hawk ebbe l'impressione di vedere il ragazzo rabbrividire.
- Be’, è ora di riprendere a giocare, ma prima sarà meglio sistemarti un po’. Non vorrei che ci lasciassi le penne prima del tempo. –
Sollevò di peso Falco e se lo caricò sulla spalla. Il ragazzo non riuscì a trattenere un grido di dolore, tuttavia restò quieto a farsi trasportare. Quella posizione era già fin troppo dolorosa e qualsiasi movimento lui tentasse non faceva che peggiorare ulteriormente la situazione.
- Vedo che finalmente sei docile. Il giochino di ieri sera ha già sortito un effetto positivo. –
- Non mi pavoneggerei tanto se fossi al posto tuo! Una guardia reale che ha bisogno di farsi aiutare per mettere nel sacco una recluta, per quanto delle squadre speciali, non fa una bella figura. Visto il tuo livello, saresti dovuto riuscire a prendermi senza alcuna difficoltà. –
Golden hawk non raccolse la provocazione. Lo mise giù e lo afferrò dai capelli per sollevargli il viso.
- Invece di fare lo spiritoso, bevi! Non lo hai fatto per niente ieri, non vorrei davvero che ti disidratassi, delicato come sei. -
Gli avvicinò alla bocca una lancella con acqua e il ragazzo ne bevve avidamente. Falco aveva effettivamente molta sete e, oltretutto, la freschezza dell'acqua alleviava in piccola parte il dolore.
- Vedo che hai gradito. - Golden hawk posò il contenitore e vide il ragazzo seguirlo con lo sguardo. - Ne vuoi ancora? Non fare complimenti, ragazzo, ho tutto l'interesse a mantenerti in forze. - Gli avvicinò nuovamente l'acqua e Falco bevve ancora. - Bene, penso che prima di riprendere la discussione di ieri sera lascerò che mangi qualcosa. Sembra che tu non sia ancora troppo malconcio per farlo. -
Lo portò nell'area dei pasti e lo mise a sedere a terra. Falco si lasciò ricadere sulla schiena, poiché ancora non riusciva a mantenere la posizione seduta. Golden hawk elevò una spalliera di ghiaccio dietro la schiena del ragazzo per fargliela sollevare.
- È difficile mangiare da sdraiati, non credi? -
Le sentinelle che ancora non avevano terminato di fare colazione si preparano a gustare il secondo atto della scena del giorno prima.
Black panther si avvicinò per dare del cibo a Falco; avrebbe voluto dire qualcosa a quel ragazzo, ma non riuscì a proferire parola. Lo osservò per un momento mentre ansimava dolorante e gli porse il piatto. Quando lui lo afferrò, lo lasciò ricadere a seguito di una fitta di dolore al braccio. Falco grigio, attento alla scena, bloccò il piatto con un piccolo zampillo d'acqua originante dal suolo prima che toccasse terra. Si avvicinò a Falco, prese il piatto e forzò il ragazzo a mangiare, imboccandolo. Dopo qualche boccone deglutito a fatica, Falco grigio gli parlò.
- Mi meraviglia che tu riesca ancora a mandare giù il cibo, mezzosangue. Con tutte le botte che ti ha dato mio fratello ieri sera, dovresti avere la mascella in frantumi. - Guardò Golden hawk e si rivolse a lui. - Mi sa che ti conviene aspettare la fine degli allenamenti mattutini, prima di ricominciare. Sarà bene che il mezzosangue recuperi un altro po' di energie, finché ne ha modo. -
- Sì, ci stavo giusto pensando. Gli lascerò un altro paio d'ore di respiro e verrò ad allenarmi con voi. -
Golden hawk lasciò Falco nell'area dei pasti, ordinando alle donne di avvertirlo nel caso in cui avesse tentato qualunque cosa. Una ragazza gli si avvicinò con una ciotola con acqua e ghiaccio nella quale comincio a bagnare una pezza per passarla sul viso del ragazzo. Falco ne provò un immediato e gradito sollievo e la ringraziò riconoscente. La ragazza, titubante, iniziò a parlargli:
- Davvero Pantera e la tua ragazza? -
Falco annuì, ma Black panther le lanciò un'occhiata furiosa.
- Devi rivolgerti con più rispetto ad un uomo! -
La ragazza si mortificò.
- Chiedo scusa, madre. Chiedo scusa anche a Lei, Signore. -
- Ma non occorre. Non c'è alcun bisogno di tutte queste cerimonie con me. - la rassicurò il ragazzo - E poi, credo che qui mi diano molto meno valore di quanto non ne diano a voi. - cercò di prendere lui stesso la pezza bagnata per riporsela sul viso, ma la ragazza lo precedette.
- Le da piacere? -
- Sì. Allevia il dolore. -
Black panther, sebbene dispiaciuta per Falco, interruppe la ragazza.
- Le chiedo scusa, Signore, ma non abbiamo il permesso per questo. Se il Signor Golden hawk dovesse rendersene conto passeremmo dei guai. -
- Lo capisco. Comunque va meglio, ora. -
Passò circa un'ora e mezza e Falco decise di tentare di mettersi in piedi. Sembrava che il dolore si fosse alleviato. Con un po' di fatica, infatti, riuscì ad alzarsi. Non era ancora ben fermo sulle proprie gambe, ma era già un risultato.
- Bene, sembra che l'effetto di quelle tecniche infernali stia passando. -
Alcune donne lo videro in piedi e si allarmarono, credendo che volesse tentare la fuga, ma Falco non fece altro che andare a bere ancora. Aveva la lancella accostata alla bocca, quando un colpo lo centrò alla schiena. Ne venne sbalzato in avanti, facendo rompere il recipiente.
- Ottimo, a quanto pare posso ricominciare a giocare senza paura che tu mi muoia fra le mani. - Golden hawk era tornato.
Falco cercò ancora di rimettersi in piedi, ma non ci riuscì.
- No, non di nuovo! -
- Che ti prende, sgorbietto? Non ti piace questa spaccascudo? Non te l'avevo ancora fatta provare. -
Golden hawk non voleva correre nessun rischio; anche se avesse tentato di fuggire Falco non sarebbe andato lontano, visto che era stato privato del proprio medaglione, ma preferiva comunque negargli ogni possibilità.
- Ehi, Falco grigio, ti va di venire a giocare anche tu? Facciamo un po' di scambi. -
Falco non comprendeva cosa intendesse dire Golden hawk, ma il fatto che avesse chiamato a intervenire anche il fratello non gli piaceva affatto. Falco grigio si avvicinò ai due.
- Eccomi Golden hawk. Quando vuoi! -
La guardia reale afferrò il ragazzo e si mise di fronte al fratello, a breve distanza da lui. Con un sorriso beffardo guardò Falco negli occhi e gli diede una carezza su una guancia.
- E tu sei pronto? -
Falco deglutì rumorosamente. Golden hawk lasciò la presa e nel contempo gli diede un pugno in faccia, scaraventandolo fra le braccia del fratello. Falco grigio lo afferrò e, dopo avergli assestato un paio di pugni nello stomaco, fece lo stesso, rispedendolo al mittente. Trascorsero circa quindici minuti in questo modo, chiamando a partecipare tutti gli altri fratelli. Alla fine, Falco crollò svenuto addosso a White hawk.
- Ha perso di nuovo i sensi! - disse la sentinella, lasciandolo cadere al suolo.
Gli lanciò addosso un getto d'acqua gelida e il ragazzo rinvenne.
- Non è un po' presto per dormire? - Chiese Golden hawk beffardo.
White hawk lo sollevò e lo spinse verso la guardia reale. - Magari è diventato più loquace, chissà! Perché non provi a fargli qualche domanda? -
- N...non vi di...dirò niente! - Balbettò Falco con un filo di voce. - Piuttosto la morte. -
- Oh, è questa la tua idea? Vuoi resistere fino alla morte? - Golden hawk rideva, lanciando occhiate d'intesa ai fratelli. - Mi sembra giusto. Provaci! -
Lo colpì ancora e ancora una volta. Lo sollevò dal collo e, di nuovo, lo colpì sul viso sbalzandolo indietro, ma questa volta fece seguire immediatamente al colpo una scarica di energia gelida, prendendolo in pieno addome. Lanciò delle lance di ghiaccio contro di lui, trafiggendolo in più punti e atterrandolo di schiena, riprendendo poi a colpirlo come la sera precedente, sul viso e sul corpo. Falco si dimenava, tentando di liberarsi, ma le lance lo bloccavano al suolo, lacerando più ampiamente la carne ad ogni movimento. Dopo alcuni, interminabili, minuti Golden hawk si fermò. Delle piume argentate stavano spuntando fra i capelli del ragazzo, che ormai respirava a fatica e appariva debolissimo.
- Ma bravo, ci sei quasi riuscito. -
La trasmutazione era in atto, ma Falco non si stava trasformando volontariamente; ciò voleva dire che era sul punto di spirare.
- Zebra, vieni qui! - Golden hawk chiamò il curatore ad intervenire. Non appena questo arrivò, la guardia reale si rivolse a Falco. - Ti ho mai detto che il nostro curatore è specializzato a intervenire sugli scudi in fin di vita? -
Il curatore chiese in che modo dovesse intervenire. Falco aveva la mandibola fratturata in più punti, così come buona parte delle ossa del corpo, il viso gonfio e gli occhi pesti. Su tutto il corpo erano evidenti i segni dei colpi e il ragazzo aveva ormai terminato le forze necessarie per resistere.
- Dagli l'energia sufficiente per sopravvivere, ma cura solo le ferite incompatibili con la vita. Voglio che delle altre senta chiaramente il dolore! -
Zebra eseguì di mala voglia. L'idea di prolungare le sofferenze di quel ragazzo non gli piaceva affatto, tuttavia non poteva esimersi dall'obbedire. Mentre curava le lesioni più gravi, sentì la flebile voce di Falco, che tentava di fermarlo.
- No! Zebra, ti prego! -
- Non posso fare diversamente, figliolo. - il curatore scrollava tristemente la testa. - Ti avevo detto che sarebbe stato meglio arrendersi subito. Non ti permetteranno di morire portandoti dietro le informazioni che proteggi. Digli ciò che sai, prima che le lesioni diventino permanenti. -
- Non potrei mai tradire la fiducia del mio popolo per salvarmi la vita. -
- Non è questione di salvarsi la vita, possibile che tu non capisca? Alla fine sarai costretto a cedere. Andranno avanti fino a quando non gli dirai ciò che vogliono sapere e poi mi permetteranno di curarti, ma se tiri la corda troppo a lungo potresti non essere mai più in grado di tornare a combattere. Potresti non poter mai più camminare! È questo che vuoi? Sei ancora giovane e hai tanta strada da fare. -
- Io capisco ciò che vuoi dirmi, ma non posso... -
- Tanto alla fine cederai ugualmente! - Zebra gridò quest'ultima frase, esasperato. - Ho visto centinaia di volte questa stessa ostinazione. Nessuno è mai riuscito ad andare avanti a lungo. Nessuno! Cerca di salvarti. Sei giovane! Sei ancora in tempo, le tue ferite non sono ancora troppo gravi. -
Falco restò in silenzio, colpito dell'impeto del curatore, sofferente nell'ubbidire alle sentinelle per prolungarne le torture. Lo ascoltò ancora attentamente, mentre terminava di eseguire l'ordine della guardia reale.
- Golden hawk è stato da sempre addestrato dal generale Falco dorato ad estorcere informazioni agli scudi nei modi più terribili, ragazzo. Non ha ancora nemmeno iniziato a fare sul serio con te. Ti sta ancora studiando. - Falco rabbrividì. - Lui gode a sentirvi gridare e a vedervi soffrire e nei tuoi confronti prova anche un forte rancore, quindi ne prova piacere ancora maggiore. - Abbassò la testa. - Io no. Io non ho nulla contro di te e non voglio rendermi complice di tutto ciò, ma non ho alternativa, capisci? Ti prego, figliolo, ti scongiuro: arrenditi! -Falco, di nuovo in forze, scosse la testa.
- Ma perché sei così ostinato? Sei solo un ragazzino! Hai una vita intera davanti. Come puoi scegliere di rovinartela in questo modo? -
- Basta così, Zebra! - Golden hawk intervenne. - Hai fatto ciò che dovevi, ora fatti da parte. -
Il curatore eseguì, guardando Falco come si guarda un condannato a morte. Golden hawk afferrò nuovamente il ragazzo per sollevarlo e colpirlo meglio.
- Mi piace questa tua testardaggine, ragazzo. Mi darai parecchia soddisfazione. -
Portò indietro il pugno, pronto a colpire. Falco chiuse gli occhi e contrasse i muscoli in attesa del colpo, ma questo non arrivò. Intorno a loro era invece calato un silenzio tombale. Aprì l'occhio sinistro per capire cosa fosse successo. Alle spalle di Golden hawk c'era Falco d'argento, furente di rabbia, il quale aveva bloccato il braccio del fratello e lo fissava con aria dura.
- Lascialo! -
- E tu cosa fai già qui? Non saresti dovuto tornare prima di altri cinque giorni. -
- Ho avuto la sensazione che stesse succedendo qualcosa qui e sono tornato a dare un'occhiata. Ora lascialo! Subito! -
Golden hawk ci pensò e infine lasciò la presa. Falco cadde in terra con un tonfo sordo ed emise un gemito di dolore. Falco d'argento, con l'austerità di un sovrano intransigente, chiamò a intervenire nuovamente il curatore, ma Golden hawk lo fermò.
- Il ragazzo ha informazioni importanti riguardo alle reliquie, non vorrai privare il tuo bosco di notizie utili solo per proteggere un mezzosangue, generale? -
Falco d'argento non lo guardò nemmeno, continuò a fissare Falco che tentava di rimettersi in piedi senza riuscirci.
- Zebra, cosa stai aspettando? - il tono di Falco d'argento era calmo ma fermo. L'autorità che ne deriva colpì profondamente anche Falco, che iniziò a tremare, senza tuttavia capirne il motivo. Il curatore, sollevato dalla presenza del generale, eseguì e in poco tempo Falco si rimise in piedi. Golden hawk esplose di rabbia. Falco d'argento, con una calma e una lentezza snervanti, si voltò a guardarlo. Nell'esatto istante in cui la guardia reale tentò di attaccare il ragazzo, il generale gli si scagliò contro, scaraventandosi insieme a lui contro le rocce e facendolo scontrare su di esse. Falco rimase pietrificato nell'osservare la scena, senza osare proferire parola.
- Il suo medaglione. - Falco d'argento scandì le parole, con voce ferma, così che il messaggio risultasse chiaro al fratellastro. Golden hawk prese dalla tasca il pendaglio e lo porse al generale, senza azzardare altri movimenti. Falco d'argento lo prese e si avvicinò a Falco.
- Chiedi perdono a Golden hawk e a tutta Bosco oscuro per esserti preso gioco di loro, poi potrai tornare a casa. -
Falco si rifiutò.
- Mi sembra che si siano presi fin troppa rivincita! - Il ragazzo fissava il padre con rabbia, tremando ancora, ma senza voler dare alle crudeli sentinelle di quel bosco nemmeno la minima soddisfazione. I lineamenti di Falco d'argento si addolcirono leggermente e sul suo volto Falco intuì un accenno di sorriso.
- Sei tale e quale a tua madre. Moriresti solo per orgoglio! -
- Tu no? -
- Io posso permettermi di tenere sempre la testa alta! - Falco d'argento si spostò di fianco a lui e lo spinse a camminare in avanti. Le sentinelle di Bosco oscuro restarono ferme dietro di loro, guardandoli allontanarsi. Falco d'argento fece camminare ancora il figlio fino a portarlo in presenza delle donne.
- Se non vuoi chiedere scusa, almeno ringrazia chi ti ha evitato altre brutte esperienze. - Falco lo guardò spostare lo sguardo verso una ragazza che, prima che lei si nascondesse terrorizzata dietro la madre, riconobbe in quella che gli aveva passato il panno bagnato sul viso. Black panther guardò la figlia, paonazza, dietro di sé.
- Cosa intende dire il generale? - la donna non riusciva a comprendere.
- Tua figlia si è concentrata talmente tanto su di me, sperando che intervenissi, che alla fine l'ho sentita e contattata telepaticamente per capire cosa stesse accadendo. Ho lasciato Silver hawk a Bosco diamante e mi sono precipitato qui. -
- Tu hai fatto questo? - Black panther era sconvolta.
- Mi dispiace, madre. Quel ragazzo stava soffrendo tanto e Pantera è la sua ragazza. Non volevo che gli facessero ancora del male. -
Tutto ciò che Falco riuscì a dire fu un flebile "grazie", mentre Black panther si disperava all'idea di cosa sarebbe successo alla figlia più piccola se Golden hawk avesse scoperto il tutto.
- Non lo saprà, Black panther, tranquilla. In ogni caso non avrebbe la mia approvazione ad agire. Ora, - fece apparire una mappa del Regno di Nessuno - Falco, indicamene una! -
Il ragazzo sapeva bene che il generale si riferiva alla collocazione delle reliquie.
- Perché dovrei? -
- Golden hawk ti avrebbe costretto a rivelargli tutte le informazioni che hai. - Falco stava per dire qualcosa, ma il padre lo precedette. - Oh, lo avrebbe fatto, credimi! Questo mi sembra un buon compromesso: io ti permetto di tornare a casa tutto intero e tu mi dici la collocazione di una reliquia a tuo piacimento. È equo, non trovi? -
Falco prese qualche minuto di tempo per pensarci; la sua mente, tuttavia, si concentrava su altro. Per quanto si sforzasse di farsi forza, infatti, per qualche motivo continuava a tremare come una foglia al vento. Il motivo per cui si sentisse tanto inibito, tuttavia, restava per lui un mistero. Fu il generale a spiegarglielo.
- Ciò che senti è semplicemente l'azione dei miei feromoni. Non sei abituato e hai incosciamente paura. -
- Primo, ti sarei grato se la piantassi di leggermi nei pensieri; secondo, continuo a non capire. -
- È difficile spiegarlo a chi non vive qui. A Bosco oscuro la situazione è quella di una dittatura militare: il generale governa su tutti e le sue decisioni sono insindacabili. Tuttavia, tenere a bada un esercito di sentinelle del calibro di Golden hawk o di Falco grigio, il cui unico scopo è sovrastare gli altri, è tutt'altro che facile. Qui non è come a Piccolo bosco delle Ninfe, dove il rispetto è dovuto solo all'esperienza, al potere e alla stima reciproca. Qui non c'è niente di simile. Ognuna delle sentinelle qui presenti, potendo farlo, mi eliminerebbe volentieri. L'unico modo che ho per evitare di doverli affrontare tutti è l'utilizzo dei feromoni. - Falco era ancora più confuso di prima e il generale se ne rese conto. - Va bene, diciamo semplicemente che, "chimicamente" parlando, sono il più forte e che questa caratteristica mi permette di ritualizzare gli scontri e tenere tutti sotto controllo. Laddove questo non basta, come prima con mio fratello, occorre un intervento più drastico. Ora è chiaro? -
- Più o meno! -
- Anche tuo zio Silver hawk utilizza questo stesso metodo con le sentinelle di Bosco oscuro. Con gli altri non gli occorre; le altre sentinelle lo rispettano per ciò che è e che rappresenta. Esattamente come voi con gli anziani e tutti i vostri superiori. -
Falco continuava a tremare e a sentirsi a disagio e la cosa lo infastidiva, aumentando il suo desiderio di andarsene da quel luogo per tornare a casa. Ritenendo di non avere molta altra scelta, tracciò un segno sulla mappa, in corrispondenza di un'isola vulcanica. Falco d'argento, soddisfatto, gli rese il medaglione, permettendogli così di riacquisire i suoi poteri.
- È una reliquia del ghiaccio. Noi non siamo riusciti a recuperarla, ma magari voi sarete più fortunati. - Concluse Falco, impaziente di mettere più distanza possibile fra lui e Bosco oscuro.
- Vedremo! Porta i miei saluti a Zephyr e Pantera e, Falco... Stai lontano dai guai! -
Falco fece una smorfia contrariata, aprì un varco e tornò a casa.
Gli avvicinò alla bocca una lancella con acqua e il ragazzo ne bevve avidamente. Falco aveva effettivamente molta sete e, oltretutto, la freschezza dell'acqua alleviava in piccola parte il dolore.
- Vedo che hai gradito. - Golden hawk posò il contenitore e vide il ragazzo seguirlo con lo sguardo. - Ne vuoi ancora? Non fare complimenti, ragazzo, ho tutto l'interesse a mantenerti in forze. - Gli avvicinò nuovamente l'acqua e Falco bevve ancora. - Bene, penso che prima di riprendere la discussione di ieri sera lascerò che mangi qualcosa. Sembra che tu non sia ancora troppo malconcio per farlo. -
Lo portò nell'area dei pasti e lo mise a sedere a terra. Falco si lasciò ricadere sulla schiena, poiché ancora non riusciva a mantenere la posizione seduta. Golden hawk elevò una spalliera di ghiaccio dietro la schiena del ragazzo per fargliela sollevare.
- È difficile mangiare da sdraiati, non credi? -
Le sentinelle che ancora non avevano terminato di fare colazione si preparano a gustare il secondo atto della scena del giorno prima.
Black panther si avvicinò per dare del cibo a Falco; avrebbe voluto dire qualcosa a quel ragazzo, ma non riuscì a proferire parola. Lo osservò per un momento mentre ansimava dolorante e gli porse il piatto. Quando lui lo afferrò, lo lasciò ricadere a seguito di una fitta di dolore al braccio. Falco grigio, attento alla scena, bloccò il piatto con un piccolo zampillo d'acqua originante dal suolo prima che toccasse terra. Si avvicinò a Falco, prese il piatto e forzò il ragazzo a mangiare, imboccandolo. Dopo qualche boccone deglutito a fatica, Falco grigio gli parlò.
- Mi meraviglia che tu riesca ancora a mandare giù il cibo, mezzosangue. Con tutte le botte che ti ha dato mio fratello ieri sera, dovresti avere la mascella in frantumi. - Guardò Golden hawk e si rivolse a lui. - Mi sa che ti conviene aspettare la fine degli allenamenti mattutini, prima di ricominciare. Sarà bene che il mezzosangue recuperi un altro po' di energie, finché ne ha modo. -
- Sì, ci stavo giusto pensando. Gli lascerò un altro paio d'ore di respiro e verrò ad allenarmi con voi. -
Golden hawk lasciò Falco nell'area dei pasti, ordinando alle donne di avvertirlo nel caso in cui avesse tentato qualunque cosa. Una ragazza gli si avvicinò con una ciotola con acqua e ghiaccio nella quale comincio a bagnare una pezza per passarla sul viso del ragazzo. Falco ne provò un immediato e gradito sollievo e la ringraziò riconoscente. La ragazza, titubante, iniziò a parlargli:
- Davvero Pantera e la tua ragazza? -
Falco annuì, ma Black panther le lanciò un'occhiata furiosa.
- Devi rivolgerti con più rispetto ad un uomo! -
La ragazza si mortificò.
- Chiedo scusa, madre. Chiedo scusa anche a Lei, Signore. -
- Ma non occorre. Non c'è alcun bisogno di tutte queste cerimonie con me. - la rassicurò il ragazzo - E poi, credo che qui mi diano molto meno valore di quanto non ne diano a voi. - cercò di prendere lui stesso la pezza bagnata per riporsela sul viso, ma la ragazza lo precedette.
- Le da piacere? -
- Sì. Allevia il dolore. -
Black panther, sebbene dispiaciuta per Falco, interruppe la ragazza.
- Le chiedo scusa, Signore, ma non abbiamo il permesso per questo. Se il Signor Golden hawk dovesse rendersene conto passeremmo dei guai. -
- Lo capisco. Comunque va meglio, ora. -
Passò circa un'ora e mezza e Falco decise di tentare di mettersi in piedi. Sembrava che il dolore si fosse alleviato. Con un po' di fatica, infatti, riuscì ad alzarsi. Non era ancora ben fermo sulle proprie gambe, ma era già un risultato.
- Bene, sembra che l'effetto di quelle tecniche infernali stia passando. -
Alcune donne lo videro in piedi e si allarmarono, credendo che volesse tentare la fuga, ma Falco non fece altro che andare a bere ancora. Aveva la lancella accostata alla bocca, quando un colpo lo centrò alla schiena. Ne venne sbalzato in avanti, facendo rompere il recipiente.
- Ottimo, a quanto pare posso ricominciare a giocare senza paura che tu mi muoia fra le mani. - Golden hawk era tornato.
Falco cercò ancora di rimettersi in piedi, ma non ci riuscì.
- No, non di nuovo! -
- Che ti prende, sgorbietto? Non ti piace questa spaccascudo? Non te l'avevo ancora fatta provare. -
Golden hawk non voleva correre nessun rischio; anche se avesse tentato di fuggire Falco non sarebbe andato lontano, visto che era stato privato del proprio medaglione, ma preferiva comunque negargli ogni possibilità.
- Ehi, Falco grigio, ti va di venire a giocare anche tu? Facciamo un po' di scambi. -
Falco non comprendeva cosa intendesse dire Golden hawk, ma il fatto che avesse chiamato a intervenire anche il fratello non gli piaceva affatto. Falco grigio si avvicinò ai due.
- Eccomi Golden hawk. Quando vuoi! -
La guardia reale afferrò il ragazzo e si mise di fronte al fratello, a breve distanza da lui. Con un sorriso beffardo guardò Falco negli occhi e gli diede una carezza su una guancia.
- E tu sei pronto? -
Falco deglutì rumorosamente. Golden hawk lasciò la presa e nel contempo gli diede un pugno in faccia, scaraventandolo fra le braccia del fratello. Falco grigio lo afferrò e, dopo avergli assestato un paio di pugni nello stomaco, fece lo stesso, rispedendolo al mittente. Trascorsero circa quindici minuti in questo modo, chiamando a partecipare tutti gli altri fratelli. Alla fine, Falco crollò svenuto addosso a White hawk.
- Ha perso di nuovo i sensi! - disse la sentinella, lasciandolo cadere al suolo.
Gli lanciò addosso un getto d'acqua gelida e il ragazzo rinvenne.
- Non è un po' presto per dormire? - Chiese Golden hawk beffardo.
White hawk lo sollevò e lo spinse verso la guardia reale. - Magari è diventato più loquace, chissà! Perché non provi a fargli qualche domanda? -
- N...non vi di...dirò niente! - Balbettò Falco con un filo di voce. - Piuttosto la morte. -
- Oh, è questa la tua idea? Vuoi resistere fino alla morte? - Golden hawk rideva, lanciando occhiate d'intesa ai fratelli. - Mi sembra giusto. Provaci! -
Lo colpì ancora e ancora una volta. Lo sollevò dal collo e, di nuovo, lo colpì sul viso sbalzandolo indietro, ma questa volta fece seguire immediatamente al colpo una scarica di energia gelida, prendendolo in pieno addome. Lanciò delle lance di ghiaccio contro di lui, trafiggendolo in più punti e atterrandolo di schiena, riprendendo poi a colpirlo come la sera precedente, sul viso e sul corpo. Falco si dimenava, tentando di liberarsi, ma le lance lo bloccavano al suolo, lacerando più ampiamente la carne ad ogni movimento. Dopo alcuni, interminabili, minuti Golden hawk si fermò. Delle piume argentate stavano spuntando fra i capelli del ragazzo, che ormai respirava a fatica e appariva debolissimo.
- Ma bravo, ci sei quasi riuscito. -
La trasmutazione era in atto, ma Falco non si stava trasformando volontariamente; ciò voleva dire che era sul punto di spirare.
- Zebra, vieni qui! - Golden hawk chiamò il curatore ad intervenire. Non appena questo arrivò, la guardia reale si rivolse a Falco. - Ti ho mai detto che il nostro curatore è specializzato a intervenire sugli scudi in fin di vita? -
Il curatore chiese in che modo dovesse intervenire. Falco aveva la mandibola fratturata in più punti, così come buona parte delle ossa del corpo, il viso gonfio e gli occhi pesti. Su tutto il corpo erano evidenti i segni dei colpi e il ragazzo aveva ormai terminato le forze necessarie per resistere.
- Dagli l'energia sufficiente per sopravvivere, ma cura solo le ferite incompatibili con la vita. Voglio che delle altre senta chiaramente il dolore! -
Zebra eseguì di mala voglia. L'idea di prolungare le sofferenze di quel ragazzo non gli piaceva affatto, tuttavia non poteva esimersi dall'obbedire. Mentre curava le lesioni più gravi, sentì la flebile voce di Falco, che tentava di fermarlo.
- No! Zebra, ti prego! -
- Non posso fare diversamente, figliolo. - il curatore scrollava tristemente la testa. - Ti avevo detto che sarebbe stato meglio arrendersi subito. Non ti permetteranno di morire portandoti dietro le informazioni che proteggi. Digli ciò che sai, prima che le lesioni diventino permanenti. -
- Non potrei mai tradire la fiducia del mio popolo per salvarmi la vita. -
- Non è questione di salvarsi la vita, possibile che tu non capisca? Alla fine sarai costretto a cedere. Andranno avanti fino a quando non gli dirai ciò che vogliono sapere e poi mi permetteranno di curarti, ma se tiri la corda troppo a lungo potresti non essere mai più in grado di tornare a combattere. Potresti non poter mai più camminare! È questo che vuoi? Sei ancora giovane e hai tanta strada da fare. -
- Io capisco ciò che vuoi dirmi, ma non posso... -
- Tanto alla fine cederai ugualmente! - Zebra gridò quest'ultima frase, esasperato. - Ho visto centinaia di volte questa stessa ostinazione. Nessuno è mai riuscito ad andare avanti a lungo. Nessuno! Cerca di salvarti. Sei giovane! Sei ancora in tempo, le tue ferite non sono ancora troppo gravi. -
Falco restò in silenzio, colpito dell'impeto del curatore, sofferente nell'ubbidire alle sentinelle per prolungarne le torture. Lo ascoltò ancora attentamente, mentre terminava di eseguire l'ordine della guardia reale.
- Golden hawk è stato da sempre addestrato dal generale Falco dorato ad estorcere informazioni agli scudi nei modi più terribili, ragazzo. Non ha ancora nemmeno iniziato a fare sul serio con te. Ti sta ancora studiando. - Falco rabbrividì. - Lui gode a sentirvi gridare e a vedervi soffrire e nei tuoi confronti prova anche un forte rancore, quindi ne prova piacere ancora maggiore. - Abbassò la testa. - Io no. Io non ho nulla contro di te e non voglio rendermi complice di tutto ciò, ma non ho alternativa, capisci? Ti prego, figliolo, ti scongiuro: arrenditi! -Falco, di nuovo in forze, scosse la testa.
- Ma perché sei così ostinato? Sei solo un ragazzino! Hai una vita intera davanti. Come puoi scegliere di rovinartela in questo modo? -
- Basta così, Zebra! - Golden hawk intervenne. - Hai fatto ciò che dovevi, ora fatti da parte. -
Il curatore eseguì, guardando Falco come si guarda un condannato a morte. Golden hawk afferrò nuovamente il ragazzo per sollevarlo e colpirlo meglio.
- Mi piace questa tua testardaggine, ragazzo. Mi darai parecchia soddisfazione. -
Portò indietro il pugno, pronto a colpire. Falco chiuse gli occhi e contrasse i muscoli in attesa del colpo, ma questo non arrivò. Intorno a loro era invece calato un silenzio tombale. Aprì l'occhio sinistro per capire cosa fosse successo. Alle spalle di Golden hawk c'era Falco d'argento, furente di rabbia, il quale aveva bloccato il braccio del fratello e lo fissava con aria dura.
- Lascialo! -
- E tu cosa fai già qui? Non saresti dovuto tornare prima di altri cinque giorni. -
- Ho avuto la sensazione che stesse succedendo qualcosa qui e sono tornato a dare un'occhiata. Ora lascialo! Subito! -
Golden hawk ci pensò e infine lasciò la presa. Falco cadde in terra con un tonfo sordo ed emise un gemito di dolore. Falco d'argento, con l'austerità di un sovrano intransigente, chiamò a intervenire nuovamente il curatore, ma Golden hawk lo fermò.
- Il ragazzo ha informazioni importanti riguardo alle reliquie, non vorrai privare il tuo bosco di notizie utili solo per proteggere un mezzosangue, generale? -
Falco d'argento non lo guardò nemmeno, continuò a fissare Falco che tentava di rimettersi in piedi senza riuscirci.
- Zebra, cosa stai aspettando? - il tono di Falco d'argento era calmo ma fermo. L'autorità che ne deriva colpì profondamente anche Falco, che iniziò a tremare, senza tuttavia capirne il motivo. Il curatore, sollevato dalla presenza del generale, eseguì e in poco tempo Falco si rimise in piedi. Golden hawk esplose di rabbia. Falco d'argento, con una calma e una lentezza snervanti, si voltò a guardarlo. Nell'esatto istante in cui la guardia reale tentò di attaccare il ragazzo, il generale gli si scagliò contro, scaraventandosi insieme a lui contro le rocce e facendolo scontrare su di esse. Falco rimase pietrificato nell'osservare la scena, senza osare proferire parola.
- Il suo medaglione. - Falco d'argento scandì le parole, con voce ferma, così che il messaggio risultasse chiaro al fratellastro. Golden hawk prese dalla tasca il pendaglio e lo porse al generale, senza azzardare altri movimenti. Falco d'argento lo prese e si avvicinò a Falco.
- Chiedi perdono a Golden hawk e a tutta Bosco oscuro per esserti preso gioco di loro, poi potrai tornare a casa. -
Falco si rifiutò.
- Mi sembra che si siano presi fin troppa rivincita! - Il ragazzo fissava il padre con rabbia, tremando ancora, ma senza voler dare alle crudeli sentinelle di quel bosco nemmeno la minima soddisfazione. I lineamenti di Falco d'argento si addolcirono leggermente e sul suo volto Falco intuì un accenno di sorriso.
- Sei tale e quale a tua madre. Moriresti solo per orgoglio! -
- Tu no? -
- Io posso permettermi di tenere sempre la testa alta! - Falco d'argento si spostò di fianco a lui e lo spinse a camminare in avanti. Le sentinelle di Bosco oscuro restarono ferme dietro di loro, guardandoli allontanarsi. Falco d'argento fece camminare ancora il figlio fino a portarlo in presenza delle donne.
- Se non vuoi chiedere scusa, almeno ringrazia chi ti ha evitato altre brutte esperienze. - Falco lo guardò spostare lo sguardo verso una ragazza che, prima che lei si nascondesse terrorizzata dietro la madre, riconobbe in quella che gli aveva passato il panno bagnato sul viso. Black panther guardò la figlia, paonazza, dietro di sé.
- Cosa intende dire il generale? - la donna non riusciva a comprendere.
- Tua figlia si è concentrata talmente tanto su di me, sperando che intervenissi, che alla fine l'ho sentita e contattata telepaticamente per capire cosa stesse accadendo. Ho lasciato Silver hawk a Bosco diamante e mi sono precipitato qui. -
- Tu hai fatto questo? - Black panther era sconvolta.
- Mi dispiace, madre. Quel ragazzo stava soffrendo tanto e Pantera è la sua ragazza. Non volevo che gli facessero ancora del male. -
Tutto ciò che Falco riuscì a dire fu un flebile "grazie", mentre Black panther si disperava all'idea di cosa sarebbe successo alla figlia più piccola se Golden hawk avesse scoperto il tutto.
- Non lo saprà, Black panther, tranquilla. In ogni caso non avrebbe la mia approvazione ad agire. Ora, - fece apparire una mappa del Regno di Nessuno - Falco, indicamene una! -
Il ragazzo sapeva bene che il generale si riferiva alla collocazione delle reliquie.
- Perché dovrei? -
- Golden hawk ti avrebbe costretto a rivelargli tutte le informazioni che hai. - Falco stava per dire qualcosa, ma il padre lo precedette. - Oh, lo avrebbe fatto, credimi! Questo mi sembra un buon compromesso: io ti permetto di tornare a casa tutto intero e tu mi dici la collocazione di una reliquia a tuo piacimento. È equo, non trovi? -
Falco prese qualche minuto di tempo per pensarci; la sua mente, tuttavia, si concentrava su altro. Per quanto si sforzasse di farsi forza, infatti, per qualche motivo continuava a tremare come una foglia al vento. Il motivo per cui si sentisse tanto inibito, tuttavia, restava per lui un mistero. Fu il generale a spiegarglielo.
- Ciò che senti è semplicemente l'azione dei miei feromoni. Non sei abituato e hai incosciamente paura. -
- Primo, ti sarei grato se la piantassi di leggermi nei pensieri; secondo, continuo a non capire. -
- È difficile spiegarlo a chi non vive qui. A Bosco oscuro la situazione è quella di una dittatura militare: il generale governa su tutti e le sue decisioni sono insindacabili. Tuttavia, tenere a bada un esercito di sentinelle del calibro di Golden hawk o di Falco grigio, il cui unico scopo è sovrastare gli altri, è tutt'altro che facile. Qui non è come a Piccolo bosco delle Ninfe, dove il rispetto è dovuto solo all'esperienza, al potere e alla stima reciproca. Qui non c'è niente di simile. Ognuna delle sentinelle qui presenti, potendo farlo, mi eliminerebbe volentieri. L'unico modo che ho per evitare di doverli affrontare tutti è l'utilizzo dei feromoni. - Falco era ancora più confuso di prima e il generale se ne rese conto. - Va bene, diciamo semplicemente che, "chimicamente" parlando, sono il più forte e che questa caratteristica mi permette di ritualizzare gli scontri e tenere tutti sotto controllo. Laddove questo non basta, come prima con mio fratello, occorre un intervento più drastico. Ora è chiaro? -
- Più o meno! -
- Anche tuo zio Silver hawk utilizza questo stesso metodo con le sentinelle di Bosco oscuro. Con gli altri non gli occorre; le altre sentinelle lo rispettano per ciò che è e che rappresenta. Esattamente come voi con gli anziani e tutti i vostri superiori. -
Falco continuava a tremare e a sentirsi a disagio e la cosa lo infastidiva, aumentando il suo desiderio di andarsene da quel luogo per tornare a casa. Ritenendo di non avere molta altra scelta, tracciò un segno sulla mappa, in corrispondenza di un'isola vulcanica. Falco d'argento, soddisfatto, gli rese il medaglione, permettendogli così di riacquisire i suoi poteri.
- È una reliquia del ghiaccio. Noi non siamo riusciti a recuperarla, ma magari voi sarete più fortunati. - Concluse Falco, impaziente di mettere più distanza possibile fra lui e Bosco oscuro.
- Vedremo! Porta i miei saluti a Zephyr e Pantera e, Falco... Stai lontano dai guai! -
Falco fece una smorfia contrariata, aprì un varco e tornò a casa.